IL NUOVO CODICE DELLE COMUNICAZIONI

In Italia la neutralità tecnologica diventa legge

Il Cdm di domani pronto a dare l’ok definitivo al recepimento delle direttive Ue che modificheranno il Codice delle Comunicazioni. Possibile la conversione delle frequenze Dvb-h in Dvb-T o Dvb-T2: più vicina per Mediaset la possibilità di un mux gratuito. Ngn: l’Agcom potrà imporre la condivisione delle infrastrutture

Pubblicato il 24 Mag 2012

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Torna in scena il “caso frequenze” che aveva tenuto banco alla vigilia dell’annullamento del beauty contest. E’ infatti previsto per domani il via libera definitivo del Consiglio dei ministri al decreto legislativo che recepisce le direttive comunitarie 140 e 136 del 2009 con cui vengono apportati cambiamenti al Codice delle comunicazioni allineandolo alle direttive europee. Con l’introduzione del principio della neutralità tecnologica viene indirettamente consentito l’uso di una stessa frequenza con diverse tecnologie.

Si avvicina dunque per gli operatori la possibilità di chiedere il passaggio delle frequenze Dvb-h (per la trasmissione televisiva sui telefonini), al Dvb-t utilizzabile per il digitale terrestre. I possessori di frequenze Dvb-h sono Rai, Mediaset ed H3g. Un “caso”,che ha sollevato già numerose polemiche. Avranno tempo fino al 25 maggio 2016 per chiedere la conversione alla nuova Agcom e al Ministero dello Sviluppo.

Più difficile la conversione dalle frequenze in tecnica digitale a frequenze per la telefonia perchè occorrerebbe modificare il Piano di ripartizione delle frequenze che stabilisce a quali servizi sono associate le frequenze.

Con il decreto sarà recepito anche il principio secondo cui le autorità nazionali di regolamentazione possono imporre la condivisione di infrastrutture di comunicazione elettronica: un tema che si pone soprattutto per la banda larga e ultralarga per evitare una duplicazione delle opere civili come gli scavi o i cavidotti o anche l’uso della fibra spenta posata e inutilizzata.

Altro punto sancito dalla direttiva quello per il quale le autorità nazionali possono imporre come obbligo la separazione funzionale della rete all’operatore dominante, tema di fatto già risolto in Italia con la struttura di Telecom Open Access.
Infine, tra i punti rilevanti della direttiva recepita dal decreto il fatto che le autorità nazionali devono ‘dialogare’ con il Berec, l’oganismo europeo che raccoglie tutte le Authority nazionali, nella definizione delle regole a livello nazionale per arrivare a una armonizzazione a livello europeo e la portabilità in un giorno del numero del proprio cellulare.

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