L’investitore attivista Cevian Capital ha snellito la sua partecipazione in Ericsson riducendola al 7,4% del capitale azionario, rispetto al precedente 8,4%. La società di investimento ha spiegato che la quota di titoli del produttore svedese di attrezzature di rete rappresentava una fetta troppo larga nel suo portafoglio.
L’informativa presentata al regolatore di Borsa americano, la Sec, rivela che Cevian ha venduto circa 34 milioni di azioni di classe B di Ericsson e attualmente possiede 246,9 milioni di azioni di classe B e 339.228 di classe A del vendor.
Con questo divestimento, ha dichiarato all’agenzia Reuters Cevian Capital, “abbiamo ricalibrato il portafoglio portando il peso della partecipazione a un livello idoneo”. L’hedge fund ha chiarito che continua a credere nel potenziale di Ericsson, ma vuole usare i proventi della vendita dei titoli del vendor svedese per investimenti in altre aziende.
Il primo trimestre di Ericsson
La scorsa settimana Ericsson ha presentato i risultati del primo trimestre 2020, riportando vendite nette per 49,8 miliardi di corone, in crescita del 2% rispetto al primo trimestre 2019 (48,9 miliardi), ma con una flessione del 2% dopo gli aggiustamenti valutari. Il margine lordo escluse le spese di ristrutturazione è migliorato a 40,4% anno su anno (nel primo trimestre 2019 era del 38,5%). Anche includendo le spese di ristrutturazione si registra un miglioramento al 39,8% contro il 38,4% di un anno prima.
L’utile operativo a 4,3 miliardi di corone rappresenta una flessione del 12% rispetto al primo trimestre 2019 (4,9 miliardi) e il margine operativo scende all’8,7% dal 10%. Ma escluse le spese di ristrutturazione l’utile operativo sale a 4,6 miliardi di corone (+30%rispetto ai 3,5 miliardi di un anno prima) con margine operativo a 9,3% (contro il 7,2% dello stesso trimestre dell’anno prima). L’utile netto è di 2,3 miliardi di corone, -5% anno su anno (2,4 miliardi nel primo trimestre 2019).
Il flusso di cassa libero è di 2,3 miliardi di corone escluso l’M&A e la posizione cash netta è di 38,4 miliardi (+6%).
Il ceo Borje Ekholm ha detto di aspettarsi che l’industria delle Tlc resista agli impatti della pandemia e ha affermato che Ericsson è “ben posizionata grazie all’offerta competitiva di prodotti per il 5G e alla struttura di costo. Esiste un’incertezza di breve termine riguardo ai volumi di vendita dovuta al Covid-19 e alla situazione macroeconomica, ma al momento non abbiamo motivo di modificare i nostri target finanziari per il 2020 e il 2022”.
Il pressing di Cevian
Ekholm è alla guida di Ericsson dal gennaio 2017 e ha varato un esteso piano di ristrutturazione per rimettere in sesto i conti dell’azienda e riportare alla crescita il fornitore svedese colpito dalla concorrenza dei vendor cinesi e dai generali cambiamenti sul mercato delle Tlc. Il programma sta dando i suoi frutti e nel frattempo Ericsson ha continuato a siglare contratti 5G con gli operatori di rete, anche se la redditività generata da questi accordi sarà raccolta nel medio periodo.
Cevian è l’investitore attivista che nel 2018 ha chiesto a Ericsson di dare un colpo di acceleratore al piano di riduzione dei costi. In quel momento l’hedge fund possedeva l’8,5% delle azioni e il 5% dei diritti di voto del gruppo svedese delle attrezzature di rete.