Uber sta trattando un investimento di 170 milioni di dollari in Lime, l’azienda statunitense di noleggio dei monopattini elettrici in difficoltà a causa della pandemia, che potrebbe poi trasformarsi in una acquisizione, secondo indiscrezioni raccolte dalla stampa. la società di ride hailing ha già una piccola quota azionaria in Lime.
L’opzione di una acquisizione potrebbe scattare nella finestra compresa fra il 2022 e il 2024, con un prezzo prefissato nell’accordo. Intanto, con l’investimento in Lime, Uber potrebbe cominciare a trasferire tutte le sue attività relative a monopattini elettrici e biciclette, che l’azienda di ride-hailing aveva acquistato nel 2018 dalla startup Jump.
L’acquisizione, se dovesse essere portata a fine nei termini anticipati dalla stampa Usa, sarebbe particolarmente favorevole per Uber. Lime infatti è stata da poco valutata 510 milioni, in calo del 79% rispetto alla precedente valutazione. Insieme a Bird l’azienda controlla la maggioranza del mercato del noleggio dei monopattini elettrici dockless negli Usa, ed entrambe le società nelle scorse settimane hanno ridotto il numero di dipendenti e pianificano di fare altri tagli.
La mossa del ceo di Uber, Dara Khosrowshahi, coglierebbe l’occasione portata dalla crisi della pandemia e dalla riduzione di valore di Lime per consolidare un settore nel quale la sua azienda si sta lentamente espandendo, e per evitare delle duplicazioni. La crisi del coronavirus però sta mettendo in difficoltà anche l’azienda di ride-hailing: Uber ha già ritirato la sua previsione per la prossima trimestrale e ha annunciato ai dipendenti che in futuro ci potrebbero essere tagli nel personale fino al 20% della forza lavoro.
Agli inizi di febbraio infatti il ceo Khosrowshahi, durante la presentazione dei risultati fiscali, aveva assicurato che l’azienda sarebbe stata profittevole già nel quarto trimestre del 2020 e non a fine 2021. Intanto gli utenti in quella data erano cresciuti a 111 milioni e i ricavi erano saliti del 37% a oltre 4 miliardi di dollari. La perdita netta dell’azienda però era salita a 1,1 miliardi dagli 887 milioni dell’anno precedente.
Nella stessa occasione il ceo Khosrowshahi aveva anche garantito che Uber avrebbe tagliato i i costi, aumentato la fidelizzazione dei clienti e che avrebbe cercato di far crescere i servizi premium. Inoltre, l’azienda avrebbe investito sulla crescita della divisione Eats, l’attività di consegna di cibi a domicilio, attualmente in perdita, ma i cui ricavi nei trimestri precedenti avevano registrato un +14%. Il ceo a febbraio aveva detto che voleva fare di Uber Eats il top player del food delivery nella maggior parte dei mercati mondiali, allargando i margini di guadagno di questa attività.