LA CRISI

Futuro a rischio per Airbnb: 1.900 licenziamenti. Ombre sull’Ipo

Drastiche misure per la piattaforma degli affitti: via un quarto dello staff, stop ai progetti su trasporti, lusso e intrattenimento. Il ceo Brian Chesky: “Ricavi 2020 saranno più che dimezzati”. E per la ripresa la società dovrà cambiare pelle

Pubblicato il 06 Mag 2020

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Airbnb vara un severo piano di taglio del personale per rispondere alla crisi del settore travel causata dalla pandemia di coronavirus: l’azienda californiana licenzierà quasi 1.900 dipendenti, circa il 25% del totale (7.500), secondo quanto si legge in una nota interna del ceo Brian Chesky confermata dalle testate americane The Information e Cnbc.com.

“Stiamo vivendo tutti una delle più drammatiche crisi della nostra vita e i suoi sviluppi hanno portato a uno stop dei viaggi internazionali”, ha scritto Chesky ai dipendenti. “L’attività di Airbnb ha subito un forte impatto e i ricavi di quest’anno, alle stime attuali, saranno meno della metà di quelli del 2019″.

Airbnb fermerà i progetti che riguardano gli hotel, i soggiorni di lusso e una divisione trasporti. “Questo è un nuovo mondo in cui i viaggi avranno tutto un altro aspetto e dobbiamo far evolvere Airbnb in linea con questo cambiamento”, ha sottolineato il ceo della piattaforma online per gli affitti di breve durata.

I nuovi investimenti non bastano

Airbnb ha provato a salvare il business negli ultimi due mesi e risalire la china. A inizio aprile la società ha raccolto un miliardo di dollari da due nuovi investitori, Silver Lake e Sixth Street Partners, per fare fronte agli effetti a lungo termine della pandemia di Covid-19. Le nuove risorse serviranno in particolare a investire nello sviluppo dell’offerta di soggiorni di lungo termine per gli studenti e per i lavoratori in trasferta, ha indicato la società. Airbnb  è nata “durante la grande recessione del 2008”, si leggeva nel comunicato emesso per annunciare l’investimento: è pronta a risalire da questa nuova crisi e scommettere su un rimbalzo dei viaggi quando le persone potranno nuovamente spostarsi.

Tuttavia la settimana dopo Airbnb ha annunciato di aver aperto una nuova linea di debito da un miliardo di dollari e ha comunicato ai dipendenti il varo di misure di contenimento dei costi: nessuna nuova assunzione, sospensione delle attività di marketing, riduzione dello stipendio per i top manager e stop ai bonus per l’intero 2020.

Così cambierà l’industria dei viaggi

“Non sappiamo esattamente quando l’industria dei viaggi si riprenderà e quando finalmente ci sarà la ripresa, il mondo dei viaggi sarà cambiato”, ha scritto Chesky. “Sappiamo che l’attività di Airbnb si riprenderà completamente, ma dovrà attravesare cambiamenti profondi e duraturi”.

Secondo il ceo le persone vorranno nuove opzioni che permettono di restare vicino a casa, che garantiscono sicurezza a prezzi accessibili. Al tempo stesso le persone cercheranno fortemente “qualcosa che sentono è stato loro sottratto: la connessione con gli altri esseri umani”. Di qui la decisione di fermare i progetti che su un’espansione dei trasporti e nell’intrattenimento (con Airbnb Studios) e la forte riduzione degli investimenti nel segmento “Hotels and Lux”.

Ipo in forse, valutazione quasi dimezzata

Prima dello scoppio della pandemia, Airbnb aveva preannunciato l’intenzione di entrare in Borsa nel 2020.  Sul mercato privato l’azienda di San Francisco era valutata 31 miliardi di dollari nel 2017. Ma dopo il nuovo debito da un miliardo contratto ad aprile, che si aggiunge a un precedente ricorso al prestito bancario per un altro miliardo di dollari, la valutazione è scesa a 18 miliardi. Airbnb aveva già contattato le banche per condurre l’Ipo, ma non ha fornito aggiornamenti su questo progetto.

Secondo il World Travel & Tourism Council (Wttc) la contrazione dei ricavi nell’industria del turismo quest’anno sarà del 25% a livello globale con una perdita stimata di posti di lavoro pari a 50 milioni di unità.

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