Spinta allo sviluppo digitale, rilancio dei piccoli comuni, attenzione all’ambiente. E’ l’obiettivo dell’asse Open Fiber-Symbola che punta a collaborare al programma di sviluppo sostenibile al 2030 delle Nazioni Unite, i Sustainable Development Goals.
“Entriamo nel network di Symbola – dice Elisabetta Ripa, Ad Open Fiber – con la convinzione che innovazione e sostenibilità siano due elementi portanti della società che vogliamo contribuire a costruire, e insieme alla fondazione puntiamo ad accelerare questo percorso”.
L’ingresso di Open Fiber (l’azienda che sta realizzando in Italia un’infrastruttura in fibra ottica Ftth) in Symbola, fondazione che si occupa di promuovere i punti di forza del Made in Italy e unire imprese, comunità e intelligenze orientate alla sostenibilità, punta infatti a dotare le comunità di infrastrutture moderne e resilienti, ridurre il digital divide e rendere città e comuni inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.
Per le Tlc ruolo chiave nei processi produttivi
Oggi più che mai il settore delle Tlc, fa sapere Open Fiber in una nota, “gioca un ruolo chiave nell’abilitazione al cambiamento sia dei processi produttivi che dell’offerta di servizi, in grado di impattare sulle nostre abitudini quotidiane e sulle trasformazioni socio-culturali”.
Altro obiettivo comune di Open Fiber e Symbola è il rilancio delle aree interne. Open Fiber, in seguito all’aggiudicazione dei tre bandi Infratel, sta realizzando una rete in fibra Ftth in oltre 7000 comuni di tutte e 20 Regioni italiane, per un totale di oltre 9 milioni di unità immobiliari dislocate in aree rurali o remote del Paese.
Un piano di infrastrutturazione in grado di far viaggiare a 1 Gigabit al secondo gli abitanti di zone in cui le connessioni sono inadeguate e che consentirà all’Italia – insieme agli altri 9 milioni di unità immobiliari del piano che Open Fiber sta realizzando con investimento diretto in 271 città grandi e medie – di ridurre il divario digitale con il resto dei paesi europei, in vista degli obiettivi Ue sulla Gigabit Society al 2025.
Cablando con la stessa tecnologia metropoli e piccoli comuni si realizza un level playing field, quella condizione di pari opportunità che può porre un argine allo spopolamento dei centri minori e rendere quei luoghi ricchi di bellezze naturali, storiche e culturali, vanto del nostro Paese, ancora più attrattivi con la disponibilità di servizi digitali per residenti e turisti.
“La possibilità di svolgere attività ed erogare servizi in modo telematico (smart working, e-learning, telemedicina, PA digitale) consente di ridurre non solo le emissioni inquinanti e climalteranti grazie all’alleggerimento dei flussi di traffico – fa sapere ancora l’azienda di Tlc – ma anche di porre un freno all’urbanizzazione e di conseguenza allo spopolamento delle aree periferiche. L’introduzione di tecniche di gestione del territorio e delle attività agricole permette di utilizzare in maniera più efficiente le risorse e di prevenire o rispondere in maniera più attiva alle calamità naturali. Infine, la diffusione di pratiche digitali nella Pubblica Amministrazione consente la riduzione di costi pubblici e la fruizione di servizi più efficienti per la collettività”.
Open Fiber e Fondazione Symbola puntano anche a velocizzare lo sviluppo del piano di cablaggio in tutto il territorio nazionale, sostenendo i processi di semplificazione burocratica attraverso proposte per ridurre il numero delle pratiche e dei tempi di autorizzazione necessari per la posa dell’infrastruttura.
“L’adesione di Open Fiber alla nostra Fondazione è l’approdo di una relazione – dice Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – fondata sulla condivisione di quei valori che sono poi il dna di Symbola: qualità, innovazione, bellezza, sostenibilità, legami col territorio e le comunità. La terribile epidemia che stiamo vivendo ha dimostrato l’importanza dello smart working e della formazione a distanza. Oggi e anche in futuro questo vale per tutto il Paese a cominciare dai piccoli comuni e dalle aree interne che possono essere uno dei nostri punti di forza coniugando empatia e tecnologia”.