Il gruppo giapponese SoftBank intende cedere “una porzione significativa” della propria quota dell’operatore T-Mobile US all’azionista di controllo Deutsche Telekom. Lo riporta il Wall Street Journal in base a fonti confidenziali. T-Mobile ha ottenuto lo scorso mese il via libera dei regolatori alla fusione con l’operatore rivale Sprint, filiale mobile della stessa SoftBank. Un’eventuale cessione di gran parte delle quote del gruppo giapponese alla telco tedesca porterebbe la partecipazione di Deutsche Telekom in T-Mobile al di sopra del 50%. Attualmente SoftBank possiede il 24% di T-Mobile US. Non è chiaro quale percentuale verrebbe ceduta, ma, sottolinea il WSJ, i termini di lock-up concordati tra le parti al momento del merger dovranno essere modificati per permettere la transazione.
A SoftBank servono 41 miliardi di dollari
Secondo gli analisti di mercato SoftBank è ansiosa di monetizzare la partecipazione in T-Mobile. Il gruppo giapponese mira a mettere insieme 41 miliardi di dollari vendendo diversi asset per finanziare un programma record di riacquisto di azioni proprie. Il gruppo ha in effetti annunciato oggi, riporta Reuters, che il cda ha approvato una seconda tranche (dopo la prima di aprile) di riacquisto per 500 miliardi di yen (4,7 miliardi di dollari), come parte di un programma di buyback da 2.500 miliardi di yen varato a marzo per far risalire il valore del titolo in Borsa.
Ma la cessione delle quote in T-Mobile US serve a SoftBank soprattutto per sostenere il Vision Fund, un fondo da 100 miliardi di dollari al quale partecipano i fondi sovrani dell’Arabia Saudita ma anche i capitali di Apple e Qualcomm e con cui SoftBank si è spostata dal business delle telecomunicazioni verso attività di investimento nelle tecnologie e startup più innovative. Ma molte delle aziende nelle quali il fondo ha investito non si stanno rivelando profittevoli, ha messo in guardia il Ceo di SoftBank, Masayoshi Son, e il Vision Fund sta perdendo rapidamente valore. Detiene ancora la proprietà di aziende come Arm, il produttore britannico di chip, e di 88 startup, alcune delle quali in via di diventare unicorni, ma il fallimento di OneWeb, la crisi di WeWork e i forti rischi per almeno una quindicina di società pesano sui conti di SoftBank.
Jack Ma lascia il Cda di SoftBank
SoftBank ha anche ufficialmente confermato che Jack Ma, il co-fondatore di Alibaba, si dimetterà dal suo Cda. Si tratta di una perdita di un alleato importante per il ceo di SoftBank Masayoshi Son, ma Jack Ma, che si è già ritirato dal ruolo di presidente esecutivo di Alibaba a settembre, sta abbandonando tutte le attività imprenditoriali e manageriali per dedicarsi alla filantropia.
SoftBank proporrà nell’assemblea generale del 25 giugno tre nuove nomine per il board, tra cui il chief financial officer del gruppo, Yoshimoto Goto. I membri del Cda saliranno a tredici. Ai voti verrà messa anche l’elezione di Lip-Bu Tan, deo del produttore di software per chip Cadence Design Systems e presidente della società di venture capital Walden International, e di Yuko Kawamoto, professoressa alla Waseda Business School e primo e unico membro femminile del Cda.
Masayoshi Son risponderebbe così alle pressioni dell’investitore attivista Elliott Management, che ha chiesto più diversity nel board e anche una nuova commissione che supervisioni gli investimenti del Vision Fund, le cui perdite continuano ad allargarsi.