L'IMPATTO DEL COVID-19

Uber in crisi, via a maxi-piano di taglio costi: 6.700 licenziamenti

In appena un mese due gli annunci di ridimensionamento. E l’azienda si prepara a dismettere tutte le attività considerate non strategiche. Uber Eats in crescita, ma non compensa il danno economico provocato dalla pandemia

Pubblicato il 19 Mag 2020

uber

Due settimane dopo aver annunciato 3.700 licenziamenti per tagliare un miliardo di dollari di costi fissi, Uber si prepara per altri 3mila licenziamenti e alla chiusura di 45 uffici. Inoltre – si legge nell’email inviata dal ceo Dara Khosrowshahi a tutti i dipendenti, vengono ridimensionati anche i piani di sviluppo futuro in aree come il trasporto merci e la guida autonoma.

Il piano di tagli e ridimensionamento dell’azienda è determinato dalle pressioni economiche e della riduzione delle attività imposta dal lockdown causato dalla pandemia di coronavirus. Con questo secondo taglio in un solo mese l’azienda ha annunciato di fatto di mandare via un quarto della sua forza lavoro. Al netto degli autisti, che non risultano come dipendenti di Uber.

La crisi secondo Khosrowshahi non è superabile in nessun altro modo. Prima della pandemia i tre quarti del fatturato dell’azienda provenivano dal settore del ride hailing. A partire da aprile questa attività ha visto un crollo dell’80% rispetto all’anno precedente.

“Stiamo vedendo i primi segnali di ripresa – ha scritto Khosrowshahi – ma dopo un crollo molto forte e avendo per adesso poca visibilità sulla velocità e consistenza di questa ripresa l’azienda deve fare degli tagli strategici”. In realtà non tutto sta andando male. La divisione per la consegna del cibo, Uber Eats, per esempio, ha continuato a fare bene, ma nonostante questo “oggi l’attività di Uber Eats da sola non basta neanche a coprire le nostre spese“.

Khosrowshahi nella sua email non fa alcun riferimento alle trattative per l’acquisto della rivale Grubhub, che secondo indiscrezioni di stampa delle ultime settimane potrebbe aiutare a ridurre i costi dell’attività di consegne del cibo. Si tratta di un’azienda ad alta intensità di capitale, e potrà dare una maggiore leva nella competizione con aziende come DoorDash, che controllano la maggior parte del mercato.

La pandemia ha colto Uber in un periodo di trasformazione molto intensa: l‘azienda sotto la guida di Khosrowshahi stava già riducendo i costi e non mirava più alla forte crescita, cercando invece una strada per diventare profittevole entro la fine dell’anno.

“Non voglio fare nessuna previsione – ha scritto Khosrowshahi – sul nostro futuro, ma vi dico tuttavia che stiamo facendo delle scelte molto, molto dure oggi per poter superare i problemi che abbiamo davanti e trovare la chiarezza necessaria per andare avanti e ricominciare a costruire con fiducia”.

L’obiettivo di Uber in questo momento è ridurre o tagliare tutte le attività che non sono ritenute essenziali per gli obiettivi dell’azienda. Per questo, ha scritto Khosrowshahi, l’azienda sta fermando i suoi incubatori di nuovi prodotti e il suo laboratorio per l’intelligenza artificiale mentre studia nuove “alternative strategiche” per Uber Works, la piattaforma per la gig economy. Inoltre, l’azienda sta ripensando la sua strategia in attività che richiedono un continuo investimento di capitali come la guida autonoma e i servizi merce automatici.

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