Scontro Ue-Cina a colpi di inchieste. Pechino è pronto a rispondere all’inchiesta che l’Unione europea ha intenzione di avviare per verificare se Huawei e Zte abbiano usufruito di finanziamenti illegali dallo Stato. Come? Indagando a sua volta su eventuali sovvenzioni illecite che Bruxelles avrebbe dato alle sue industrie. Lo scrive il quotidiano China Daily, citando una fonte vicina alla vicenda. Le industrie nel mirino di Pechino sono quelle di Tlc e quelle energetiche sulle quali il governo – puntualizza la fonte – “avrebbe già prove sufficienti per far partire l’indagine”.
Pechino non avrebbe gradito il fatto che la Ue si sia mossa in autonomia ovvero senza una denuncia ufficiale di qualche azienda. Secondo Xiangchen Zhang, direttore generale del dipartimento delle politiche di ricerca del Ministero del Commercio, l’inchiesta su Huawei e Zte al vaglio di Bruxelles “è in contrasto con le norme dell’Organizzazione mondiale del commercio”.
L’Unione Europea è pronta ad aprire un caso ufficiale già entro il mese prossimo. Se si appurasse che la Cina ha davvero agito illegalmente con aiuti di Stato a favore delle due aziende, la Ue potrebbe costringere Huawei e Zte a modificare le tariffe in modo punitivo.
Il commissario europeo per il Commercio Karel De Gucht nelle scorse settimane ha detto chela Commissione stava programmando nuove forme di difesa per contrastare forme di sussidio statale e dumping da parte dei partner commerciali come la Cina. La Cina è il secondo partner commerciale dell’Ue dopo gli Usa, con previsione per il 2012 di scambi commerciali per un totale di 500 miliardi di euro. Ma i rapporti sono tesi. In passato De Gucht si è lamentato del fatto che la Cina sovvenziona “quasi tutto”, rendendo difficile competere.