Usare l’informatica come tecnologia abilitante per la medicina
del futuro, missione che sa molto di multidisciplinarietà e che
costituisce l’attività core dei 28 ricercatori (una quarantina
nel corso dei prossimi due anni) del CoSBI (Centre for
Computational and Systems Biology) di Trento.
Un centro unico nel suo genere che da tre anni e mezzo lavora su
questa particolare frontiera della ricerca (Compu-logia?) grazie al
contributo finanziario di Microsoft e al sostegno organizzativo
dell’Università di Trento.
“Noi siamo tra le poche industrie mondiali dell'alta
tecnologia a fare ricerca di base e nonostante la recessione
economica non abbiamo modificato i programmi", ha osservato
Rick Rashid, senior vice president Microsoft per la ricerca,
durante la sua seconda visita presso il centro trentino, il sesto
di Microsoft nel mondo. "Abbiamo sei laboratori nel mondo
attrezzati per questo impegno con circa 850 addetti cha salgono a
circa1200 sommando anche i ricercatori dei centri in cui abbiamo
una partecipazione come appunto il CoSBI di Trento e che
raddoppiano se teniamo presenti anche degli stagisti che ospitiamo
nelle strutture in tutto il mondo. Perché continuiamo a fare
ricerca di base che abbiamo intrapreso nel 1990 quando eravamo una
società relativamente piccola (5000 dipendenti e un fatturato di
un miliardo di dollari)? Per sopravvivere innanzitutto e poi
permettere a Microsoft di rispondere più rapidamente ai
cambiamenti".
"La nostra missione, chiarisce Rashid, è di espandere lo
stato dell’arte in ciascuna area in cui facciamo ricerca per poi
trasferire le innovazioni tecnologiche nei prodotti dell’azienda
e assicurarsi che i prodotti abbiano un futuro” – ha spiegato
Rashid.
Full story sul n°12 del Corriere delle comunicazioni in uscita
il 22 giugno.
il 22 giugno.