Un piano fibra nazionale per portare la banda ultralarga nelle aree grigie ma anche in tutte le strutture pubbliche, in particolare scuole e ospedali. Voucher per spingere la domanda destinati alle fasce meno abbienti della popolazione. E una spinta forte al 5G partendo dall’innalzamento dei limiti elettrosmog. Queste le misure messe nero su bianco nel documento “Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022” (QUI IL DOCUMENTO INTEGRALE) a firma del team capitanato da Vittorio Colao che considera Digitalizzazione e innovazione il primo dei tre “assi di rafforzamento” per la trasformazione del Paese, seguito da Rivoluzione verde e Parità di genere e inclusione.
“Il Paese, intraprendendo un’azione di radicale digitalizzazione e innovazione, potrà effettuare un “salto in avanti” in termini di competitività del sistema economico, di qualità di lavoro e di vita delle persone, di minore impatto ambientale e di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica – si legge nel documento -. La digitalizzazione è inoltre strumento di trasparenza, riduce gli spazi per l’economia sommersa e illegale e rende possibile uno sfruttamento efficace dei dati per migliorare la qualità di tutte le decisioni di policy e amministrative. L’Italia soffre in quest’ambito di un significativo ritardo rispetto ad altri paesi e l’epidemia ne ha messo in evidenza le conseguenze penalizzanti. Le iniziative proposte sono state pensate per colmare tale divario al più presto”.
Piano Fibra Nazionale per le aree grigie con fondi pubblico-privati
Il Piano punta al completamento della copertura nazionale della rete in fibra estendendo l’intervento pubblico alle cosiddette aree grigie, quelle dove si concentra la maggior parte dei distretti industriali e delle imprese italiane. Lo Stato, secondo quanto suggerito dal super-consulente di Governo – dovrà sostenere parzialmente i costi con finanziamenti governativi e imporre al fornitore vincente delle gare condizioni cogenti di realizzazione nonché garanzia di accesso competitivo a pari condizioni tecnico/operative a tutti gli operatori nonché sanzioni per la mancata realizzazione delle aree oggetto dei bandi.
“La connettività a banda ultra-larga in Italia è assai più limitata che in altri paesi, con grandi differenze tra le diverse aree geografiche in termini di penetrazione e qualità. È necessario un intervento sistematico per ridurre il divario digitale e rendere il Paese totalmente e universalmente connesso, permettendo così l’ampia diffusione tra aziende e privati delle tecnologie innovative (ad es. sanità digitale e telemedicina, istruzione in e-learning, acquisti e-commerce, pagamenti
contactless, etc.) – si legge ancora nel documento -. Lo sviluppo ubiquo della rete in fibra ottica è la priorità assoluta, dal momento che genera attività economica nell’immediato e stimola la crescita futura. È fondamentale completare su tutto il territorio nazionale la posa di tale rete, complementare al pieno sviluppo della rete 5G che deve a sua volta essere realizzata rapidamente, in linea con i paesi più avanzati”.
5G, adeguare i limiti elettrosmog a quelli europei
È sull’innalzamento dei limiti elettrosmog che fa leva la strategia per la spinta al 5G. Il team suggerisce di adeguare i limiti italiani a quelli europei “oggi circa 3 volte più alti e radicalmente inferiori ai livelli di soglia di rischio”. E si punta a escludere l’opponibilità locale – molte le amministrazioni che stanno emettendo ordinanze per bloccare l’installazione delle nuove antenne – se i protocolli nazionali sono rispettati.
Sussidio Digital Divide alle fasce meno abbienti
Si riapre il capitolo voucher, già sul tavolo del Cobul: il piano Colao prevede voucher per sostenere l’accesso alla banda larga delle fasce meno abbienti della popolazione, focalizzato sulla migliore tecnologia disponibile localmente e differenziato tra fibra e altre tecnologie.
Cablaggio degli edifici pubblici, in primis scuole e ospedali
La posa delle nuove infrastrutture in fibre dovrà riguardare anche la Pubblica amministrazione coinvolgendo tutti gli edifici della PA, con particolare attenzione a scuole e strutture socio-sanitarie e amministrazioni locali per rendere possibile il passaggio a servizi digitali al cittadini, smart working degli impiegati e accesso universale a dati della PA.
Il digitale per rafforzare tutti i settori produttivi
Nel documento strategico il digitale e l’innovazione sono considerati strategici per far evolvere tutti i settori produttivi e dell’economia. Nel capitolo dedicato al turismo si punta a sviluppare, in coordinamento con l’unità di data/analytics del presidio, un’infrastruttura digitale per la promozione e commercializzazione dell’offerta.
Per il potenziamento delle competenze di artigianato specialistico sono previsti percorsi di formazione universitaria, creando un archivio digitale delle competenze specifiche e incentivando lo sviluppo di progetti imprenditoriali.
Trasformazione digitale della PA con un piano ad hoc
Si punta inoltre a dotare il il Ministero dell’Innovazione di risorse umane e finanziarie consistenti per promuovere la migrazione e l’uso generalizzato di PagoPa, app “Io”, Spid e Cie.
Strategia Cloud: risparmi di risorse, più sicurezza e interoperabilità
La strategia punta anche a lanciare e finanziare il piano di migrazione al cloud per garantire rilevante risparmio di risorse, maggiore sicurezza, coerenza e interoperabilità delle banche dati. Cinque le azioni indicate: sviluppare e lanciare la strategia architetturale Ict della PA; redigere un piano di migrazione e assegnare il relativo budget di progetto pluriennale; migrare in cloud i servizi essenziali della PA centrale al Polo Strategico Nazionale (Psn) e incentivare la migrazione (a carico del centro) di quelli della PA locale (entro breve, ad es. 3 anni); mettere in sicurezza e razionalizzare i data center rimanenti non in cloud e/o trasferire i servizi non essenziali in cloud pubblico (Cloud Service Provider su territorio nazionale, controllato da società a maggioranza italiana); rendere obbligatori meccanismi di interoperabilità delle banche dati della PA.
Piano di digital health nazionale
Sviluppare un Ecosistema Digitale Salute a livello nazionale, che connetta tutti gli attori della filiera e renda disponibili tutti i dati sanitari del paziente agli operatori autorizzati, per permettere una cura integrata a casa, presso strutture sanitarie pubbliche/private e in ospedale, attraverso personalizzazione, monitoraggio ed interventi più efficienti. La strategia prevede inoltre lo sviluppo di una strategia e architettura di gestione dei dati sanitari a livello nazionale, garantendo la disponibilità di dati omogenei, di buona qualità e in tempo reale per scopi di monitoraggio non individualizzato nonché adeguate capacità di elaborazione e di sintesi, anche al fine di identificare nuovi focolai di contagio o altri fenomeni di rilevo nazionale. Si punta inoltre alla creazione di un sistema di “early warning” basato sull’infrastruttura di Tessera Sanitaria (che già collega in tempo reale tutti gli operatori sanitari italiani) integrata con le infrastrutture delle altre amministrazioni.
La sfida delle competenze
La strategia punta a lanciare una piattaforma digitale di education-to-employment su scala nazionale, focalizzata in ambiti definiti in base all’offerta e sussidiata da accordi pubblico/privati. Previsto anche il rafforzamento della formazione continua per gli ordini professionali, progettando corsi trasversali fra i diversi ordini su tematiche comuni relativi a organizzazione del lavoro, nuove competenze green, digitale, etc. per favorire lo scambio di competenze e massimizzare la velocità di apprendimento.