Difficilmente il nuovo centro di sicurezza informatica dell’Ue sarà realizzato in Belgio. A dirlo è il quotidiano nazionale De Tijd, riportando l’esito di un recente incontro dei ministri delle telecomunicazioni degli stati membri riunitisi per discutere della questione. Gli elementi a sfavore sarebbero il lento processo di elaborazione delle politiche e della diffusione del 5G, nonché l’elevato livello di rischio che contraddistingue l’offerta dei fornitori di rete locali. Una valutazione che potrebbe risultare determinante per la candidatura del Belgio a ospitare la nuova istituzione, anche se nulla è ancora stato deciso.
Le funzioni e le caratteristiche del nuovo centro
Il nuovo centro dovrebbe iniziare i lavori nel 2021 e coordinare gli sforzi dei regolatori nazionali e dei governi nell’Ue, in particolare in occasione di incidenti transfrontalieri e nelle attività di ricerca internazionale. Dal canto suo, il Belgio – candidato insieme a Romania, Lussemburgo, Spagna e Irlanda – aveva dichiarato di poter garantire sinergie con le operazioni della Nato ospitate nel paese e in altre istituzioni dell’Ue, vantando inoltre una buona reputazione per la ricerca scientifica in materia di cybersecurity e crittografia.
Secondo il rapporto, il commissario europeo Thierry Breton non sarebbe invece rimasto colpito da quanto il Paese ha messo sul piatto. In un incontro con i ministri delle telecomunicazioni dell’Ue, ha affermato che “è impensabile che il centro di sicurezza informatica si trovi in un posto non completamente sicuro”, affermando che il centro “deve poter fare affidamento su reti sicure, soprattutto per quanto riguarda il 5G”.