Continuano i botta e risposta fra Tim e Open Fiber sulla rete unica di Tlc. Dopo le dichiarazioni del presidente di Tim Salvatore Rossi secondo il quale “l’Italia è quasi l’unico paese al mondo a non avere una rete fisica unica ma ad averne una e mezza, l’una e la mezza in concorrenza” e che “questa cosa non funziona e non può funzionare“, esce allo scoperto il presidente di Open Fiber Franco Bassanini. Pur nel ricordare la “lunga conoscenza e amicizia personale” che lo lega a Rossi, Bassanini considera le dichiarazioni alla stregua di “fake news”.
Dappertutto, in Europa – evidenzia il presidente di Open Fiber “lungi dall’esserci un’unica infrastruttura di Ttlc, c’è invece competizione fra l’infrastruttura dell’incumbent e l’infrastruttura delle Cable TV, che col Docsis 3.1 portano nelle case e negli uffici connessioni ad oltre 1Gbps, competitive con quelle in fibra”. Non solo: “In circa una decina di altri Paesi europei ci sono società della fibra a copertura nazionale, pluriregionale o regionale, che rappresentano il terzo e talora il quarto competitore infrastrutturale”. Bassanini dunque evidenzia come la competizione sia “la regola” e che semmai “l’Italia rappresentava – fino alla nascita di Open Fiber – l’anomalia”. La discesa in campo della società che fa capo a Enel e Cdp con il “superamento dell’anomalia ha determinato finalmente un’accelerazione nella costruzione di una moderna infrastruttura in fibra, come registrato da tutte le più autorevoli analisi di mercato”.
Pur non nascondendo di essere da anni “un sostenitore dei vantaggi dell’infrastruttura unica”, Bassanini puntualizza però di non essersi “mai azzardato a sostenere che dalla mia ho l’esempio di “quasi tutti i Paesi al mondo”, perché non sarebbe stato vero e fair”. E non sarebbe casuale, dunque “l’ostilità delle Authorities, nazionali ed europee, ad autorizzare un eventuale ritorno ad un monopolio verticalmente integrato”. Ma nel caso l’Italia optasse per l’eventuale infrastruttura unica, ad essa “si può pervenire solo se si tratterà di un’infrastruttura terza e neutrale, in grado di assicurare un totale level playing field tra i service provider”. Ennesimo dunque rinvio al mittente (Tim) dell’ipotesi di mantenere la proprietà della rete unica. “Lo stesso orientamento è stato condiviso a larghissima maggioranza dal Legislatore italiano nella legge di conversione del decreto-legge 23 ottobre 2018, in cui il modello di una infrastruttura unica wholesale only, indipendente dai singoli operatori e neutrale, è stato indicato come il più adatto per favorire gli ingenti investimenti necessari a realizzare una infrastruttura ad altissima capacità, a disposizione di tutte le famiglie e le imprese italiane. Questo è il problema da affrontare, per progredire verso l’infrastruttura unica”. E “se non ci sono le condizioni per sciogliere questo nodo, se Tim mira solo a tornare al monopolio, è meglio onestamente attrezzarsi alla competizione infrastrutturale”.
In conclusione della lunga nota Bassanini riserva l’ultima “stoccata” alla società guidata da Luigi Gubitosi. La rete di Open Fiber sarebbe una “mezza” rete? “Mi pare assolutamente lusinghiero”, sottolinea Bassanini. “Se in due anni e mezzo la società che presiedo ha costruito una rete in fibra ottica future proof che ammonta alla metà dell’infrastruttura legacy (per lo più in rame) che Tim ha realizzato in cinquant’anni, ben vengano ancora due anni e mezzo di sana competizione per dotare tutto il Paese della rete di cui ha urgente bisogno”.
La dichiarazione del presidente di Tim Salvatore Rossi
“Non c’è dubbio che l’Italia è quasi l’unico paese al mondo a non avere una rete fisica unica ma ad averne una e mezza, l’una e la mezza in concorrenza. Questa cosa non funziona ovviamente e non può funzionare”: questa la dichiarazione del presidente di Tim, Salvatore Rossi. “Sono un difensore della concorrenza sempre o comunque, l’ho studiata ed ho presente i paletti ma una rete di telecomunicazioni è un monopolio naturale e va tenuta integra. Possiamo discutere quanto vogliamo su chi debba gestirla, se debba anche offrire servizi in concorrenza con altri o pure no. Ma facciamo questa rete unica e penso che la faremo”.