“La nostra azienda ha affrontato molto bene questa fase per aver investito molto sulle infrastrutture di rete: 6 miliardi in 5 anni. Proprio prima del lockdown abbiamo inaugurato la nuova rete mobile, che ci ha permesso di garantire la continuità del servizio con una qualità molto alta, nonostante l’aumento di traffico voce e dati nell’ordine del 60% sul fisso e del 40% sul mobile. La nostra rete è una infrastruttura importante per il Paese, con 20.000 siti di trasmissione, già pronta per la tecnologia 5G”. E’ quanto afferma Jeffrey Hedberg, amministratore delegato di WindTre, in un’intervista pubblicata oggi da QN-Quotidiano Nazionale, in cui il manager, che ha alle spalle significative esperienze internazionali alla guida di società di primo piano del mondo delle tlc, affronta il tema della nuova quotidianità conseguente al lockdownd e al ruolo delle telco. Dallo smart working alla didattica a distanza, infatti, il periodo delle chiusure per l’emergenza coronavirus è stato un test significativo sulla tenuta e sull’affidabilità di infrastrutture di telecomunicazione.
Il 5G, secondo il numero uno di WindTre, è “una grande opportunità e una garanzia per la crescita e lo sviluppo del sistema-Paese, una rivoluzione globale che può vedere l’Italia tra i protagonisti perché qui la sperimentazione è partita in modo tempestivo. La nuova tecnologia consentirà di ospitare il traffico crescente, che presto le reti 4G non riusciranno più a reggere, ma soprattutto potremo fare cose che oggi non sono possibili. La telemedicina sarà uno dei nuovi servizi più apprezzati dalle famiglie, sottolinea, perché consentirà di assistere in modo migliore e con continuità un numero crescente di persone, soprattutto i più anziani. Le imprese potranno essere più produttive e ampliare la propria attività grazie alla comunicazione automatica tra macchinari”.
“Noi abbiamo fatto sperimentazioni a L’Aquila e a Prato – prosegue Hedberg – e abbiamo visto concretamente alcuni dei benefici resi possibili dalla nuova generazione di comunicazioni mobili. Entro l’anno saremo attivi in una decina di capoluoghi e arriveremo a 70 entro il 2021”.
Poi un appello alle istituzioni: “E’ necessario – sottolinea – che l’Amministrazione pubblica e la politica locale facciano la loro parte perché molto spesso i permessi per gli impianti impiegano troppo tempo ad arrivare e molti sindaci stanno cedendo alla pressione di un movimento contro il 5G. Tutti abbiamo apprezzato il ruolo delle reti in questi mesi difficili, com’è possibile che ci sia chi vuole bloccare il progresso e farci tornare indietro? Ricordo anche che in Italia le società di telecomunicazioni hanno investito 90 miliardi in 10 anni, investimenti che contribuiscono alla crescita economica del Paese”.
Poi il punto sulla digital transformation: “Una trasformazione da realizzare – conclude Hedberg – mettendo al centro di un disegno di sviluppo il capitale umano, le persone, riducendo anche le diseguaglianze nelle competenze che permettono di trarre il massimo beneficio dalle tecnologie. Tirando le somme è il momento di mettere a punto un piano per la crescita, abilitato dalle reti ultrabroadband, dalle tecnologie digitali e dall’investimento sulle persone e i talenti. Risorse che all’Italia non mancano certo”.