Etno lancia l’allarme censura. Nel mirino l’emendamento della Lega al provvedimento sulle intercettazioni che impone l’inserimento di un parental control sui contenuti ovvero “un filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco a contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto”.
“La protezione dei minori da contenuti illegali è, e rimane, una delle principali priorità delle aziende, soprattutto di fronte al crescente utilizzo di internet da parte delle giovani generazioni – spiega Etno in una nota – Tuttavia, filtrare in maniera automatica la rete aprirebbe la strada a potenziali problematiche relative ai diritti fondamentali e none non sostituirebbe la necessità di urgenti investimenti sulle competenze digitali”. In giugno, la Commissione europea ha peraltro richiamato l’attenzione sul gap significativo tra l’Italia e gli altri paesi Ue in materia di educazione al digitale e all’uso della rete internet.
Secondo l’associazione europea delle telecom tale iniziativa, ad un primo esame, appaiono in contrasto con i principi di necessità e proporzionalità sanciti dalla legislazione europea in materia (Direttiva 2011/92/UE), con i principi europei relativi alla responsabilità degli intermediari (Direttiva eCommerce), nonché con i principi generali che stabiliscono i limiti della libertà di informazione. “Inoltre esprimiamo preoccupazione anche rispetto alla genericità del termine contenuti inappropriati – precisa Etno – la cui definizione potrebbe portare a restringere l’accesso a informazioni di interesse pubblico, creando ulteriori frizioni con la legislazione europea in materia”.
Questa discussione a livello nazionale, peraltro, giunge in un momento nel quale l’Unione Europea sta affrontando la riforma del quadro eCommerce europeo, tramite l’Atto Europeo per i Servizi Digitali. “Qualsiasi iniziativa nazionale, quindi, rischierebbe di contribuire alla frammentazione delle norme europee, in un momento nel quale è importante stabilire un approccio transnazionale alla tematica delle responsabilità nel mondo digitale”, conclude Etno.
Cosa prevede l’emendamento della Lega
L’articolo 7 bis, Sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio stabilisce che “i contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica disciplinati dal codice di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259 devono prevedere tra i servizi preattivati sistemi di parental control ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco a contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto”.
“Questi servizi devono essere gratuiti e disattivabili solo su richiesta del consumatore, titolare del contratto – prosegue il testo – Gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche assicurano altresì adeguate forme di pubblicità di tali servizi in modo da assicurare che i consumatori possano compiere scelte informate”.
“In caso di violazione degli obblighi di cui ai commi precedenti l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ordina all’operatore la cessazione della condotta e la restituzione delle eventuali somme ingiustificatamente addebitate agli utenti, indicando in ogni caso un termine non inferiore a sessanta giorni entro cui adempiere”.