TELCO PER L'ITALIA 2020

Protto (Retelit): “Servono reti e competenze adeguate per competere a livello internazionale”

Secondo l’Ad del player italiano dell’Ict. per aiutare il Paese a colmare il digital divide, pubblico e privato devono fare ciascuno la popria parte: “Nelle aree meno servite bisogna portare proposte in linea con le esigenze e far sì che le tecnologie digitali siano a disposizione di tutti”

Pubblicato il 26 Giu 2020

Federico-Protto-CEO-Retelit-23

La realizzazione di reti in fibra, collegamenti radio e nuova infrastruttura 5G è importante per la digitalizzazione dell’Italia, ma “deve essere collegata all’evoluzione dell’utilizzo della banda e delle tecnologie: non è la componente dell’accesso a penalizzare il paese quanto l’adozione, le competenze, la mentalità“. Lo ha affermato  Federico Protto, Amministratore delegato di Retelit, intervenendo alla tavola rotonda La sfida del digital divide: come spingere la banda ultralarga”, all’interno del secondo appuntamento dell’evento Corcom-Digital360Telco per l’Italia”.

Retelit ha chiuso il 2019 e il primo trimestre 2020 con risultati col segno più; ha anche recentemente concluso due importanti operazioni di mercato, le acquisizione di PA Group e di Brennercom. Con quest’ultima è stata acquisita anche una licenza Fwa, perché, ha sottolineato Protto, “sono convinto che le diverse modalità di accesso siano complementari tra loro se basate su un’infrastruttura performante”.

La strategia di Retelit punta a cogliere le opportunità di business che l’aumentata richiesta di connettività ad alta capacità e velocità sta creando e allargare l’offerta ai servizi. “L’esigenza delle imprese è unire alla connettività i servizi come cloud, sicurezza, Erp, Crm, che insieme fanno la differenza. Questa è la nostra nuova scommessa strategica”, ha affermato Protto. “In tante aree del paese dove Retelit ha investito ci sono opportunità importanti”.

Retelit ha infatti aumentato la fibra di proprietà, l’infrastruttura cloud e potenziato la rete metropolitana e di backbone. “Per competere a livello nazionale e internazionale le aziende hanno bisogno di infrastrutture Ict adeguate“, ha evidenziato Protto. “L’emergenza coronavirus ha solo fatto emergere questa esigenza con maggiore evidenza, ma la richiesta c’era già”.

Il recente rapporto Anitec-Assinform ha indicato che nel 2020, a causa dell’impatto del coronavirus, è atteso un calo del 3,1% sul mercato Ict; nella peggiore delle ipotesi si potrà verificare una contrazione del 5%. Ma Protto si è detto ottimista sulla tenuta degli investimenti Ict. “Il report per me evidenzia come elemento veramente negativo le differenze connettività da regione a regione, ovvero il digital divide tra Nord e Sud Italia“, ha commentato l’Ad di Retelit. “Ma, pur in un contesto macroeconomico italiano e globale di crisi, noi vediamo che le società del nostro settore sono consapevoli dell’importanza di continuare a potenziare il budget per l’infrastruttura Ict. Alcuni dei nostri clienti non hanno accelerato sui progetti di trasformazione digitale, ma nessuno li ha bloccati e adesso osserviamo una ripresa. Per un’azienda che vuole stare sul mercato Ict non investire in infrastruttura digitale avrebbe conseguenze disastrose, evidenti a stretto giro”.

Protto è poi tornato sul tema del digital divide. “La questione non ruota esattamente intorno alle infrastrutture, anche se sarebbe opportuno ora occuparsi delle aree grigie. E non è un problema di investimenti pubblici o di un piano ad hoc per il Sud”, ha affermato. “Per me è invece essenziale che le aziende private portino proposte in linea con le esigenze delle aziende che si trovano in zone in digital divide per far sì che tutte le tecnologie digitali siano a disposizione nello stesso modo in tutta Italia”.

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