Guerra del copyright, è svolta fra Google e gli editori. Il motore di ricerca annuncia i primi accordi per il pagamento delle notizie pubblicate sulle sue piattaforme, Google News e Discover. Le prime testate coinvolte sono il gruppo tedesco Spiegel, il brasiliano Diarios Associados e l’australiano InDaily. Le intese raggiunte, fa sapere l’azienda, contribuiranno “a sostenere l’editoria monetizzando i contenuti”. Il programma partirà entro fine anno e si prevede che verrà esteso ad altre realtà nel mondo.
La mossa arriva dopo anni di battaglie fra il mondo dell’informazione e il gruppo della Silicon Valley, accusato – fra le altre cose – di abuso di posizione dominante e di togliere risorse pubblicitarie al settore, oltre a non rispettare la direttiva Ue sul copyright che impone (anche) a Google di compensare gli editori per la pubblicazione di brani di notizie sulle sue piattaforme.
Accesso ai contenuti in paywall
Parte del programma prevede, per gli utenti Google, l’accesso ad articoli normalmente protetti da paywall: “Questo consentirà agli editori di aumentare il numero di lettori offrendo a nuovi utenti l’opportunità di leggere contenuti fino a quel momento inaccessibili”.
Gli accordi si basano sulla Google News Initiative lanciata nel 2018, che ha impegnato 300 milioni di dollari a sostegno del giornalismo. In risposta alla pandemia di coronavirus, fa sapere l’azienda, la Google News Initiative ha inoltre fornito finanziamenti a oltre 5.300 pubblicazioni locali in tutto il mondo tramite un fondo per emergenze giornalistiche, una rinuncia alla tariffa di pubblicazione di annunci su Google Ad Manager e una campagna di notizie locali da 15 milioni di dollari.
Secondo quanto spiegato dallo European Publishers Council la nuova funzione sarà disponibile sull’app mobile di Google e sui dispositivi Android: il contenuto – concesso in licenza – verrà integrato nell’app Google News e, eventualmente, anche su altri prodotti Google.
Tuttavia, “sono necessari ulteriori dettagli per valutare appieno la portata di questo nuovo schema di licenze”, ha aggiunto il gruppo, aggiungendo che “solleva ancora più domande sul ruolo di gate-keeper svolto da Google nel determinare l’esperienza delle notizie dei lettori”.