Quasi completato il percorso di adesione dei Paesi europei al nodo eiDas italiano. Gli ultimi a connettersi sono stati Portogallo, Finlandia e Croazia. Lo annuncia Agid specificando che il percorso di adeguamento dei Paesi europei al Regolamento eiDas è quasi completato.
Gli ultimi in ordine di tempo sono stati Portogallo, Finlandia e Croazia che si vanno così ad aggiungere agli altri già attivi: Austria, Danimarca, Regno Unito, Lussemburgo, Lettonia, Slovenia, Olanda, Slovacchia, Repubblica Ceca, Irlanda, Lituania, Malta, Spagna, Estonia, Svezia, Grecia, Cipro, Germania, Belgio e Norvegia.
L’adesione al nodo consente ai cittadini italiani di accedere ai servizi pubblici online resi disponibili dai 23 Paesi attraverso le identità digitali nazionali, Spid o Carta d’identità elettronica, collegandosi dal proprio smartphone o pc.
Il Regolamento eiDas impone alle pubbliche amministrazioni europee di rendere accessibili i propri servizi tramite i sistemi pubblici d’identità digitale degli Stati Membri. Fornisce, inoltre, una base normativa comune per interazioni elettroniche sicure fra cittadini, imprese e PA e incrementa la sicurezza e l’efficacia dei servizi elettronici e delle transazioni di e-business e commercio elettronico nell’Unione Europea.
Cos’è il nodo EiDas
Il nodo eIDAS italiano è stato realizzato attraverso il progetto Cef-Ficep dell’Agenzia per l’Italia Digitale in collaborazione con il Politecnico di Torino, Infocert e Tim, secondo i requisiti tecnici fissati dalla Commissione Europea e nell’ambito del programma CEF (Connecting Europe Facility).
Attivando il Login eIDAS, gli Stati Ue, attraverso i loro rispettivi nodi eIDAS, possono consentire l’accesso ai loro servizi ai cittadini italiani provvisti di Spid o Cie. Cliccando sui siti web delle amministrazioni europee prescelte, gli utenti italiani hanno la possibilità di usufruire di un’ampia rosa di servizi: alcune PA consentono la dichiarazione dei redditi online, altre il cambio di residenza, altre ancora il pagamento delle multe o delle imposte locali.
Allo stesso tempo le amministrazioni italiane che già rendono disponibili i propri servizi online attraverso Spid e Cie possono estendere la fruizione degli stessi anche ai cittadini dell’Unione Europea, che vi possono così accedere tramite le identità digitali dei Paesi di provenienza.