Abbattere gli oneri burocratici legati alla posa delle infrastrutture a banda ultralarga facendo leva su un’unica istanza (una segnalazione alle pubbliche amministrazioni e agli organi competenti) e sul silenzio-assenso (se nessuna risposta arriva entro 5 giorni si può procedere con l’avvio dei lavori): è quanto prevede l’articolo 30 “Misure di semplificazione per reti e servizi di comunicazioni elettroniche” della bozza del Decreto Semplificazioni.
La misura fa seguito a quella già messa nero su bianco nel Decreto Cura Italia – attraverso cinque commi aggiuntivi – che prevedeva appunto facilitazioni per consentire alle telco e alle imprese di rete di velocizzare le attività di manutenzione e soprattutto le nuove attivazioni considerato il forte aumento di traffico dati nella fase del lockdown. “Le ulteriori modifiche appaiono necessarie per velocizzare gli interventi di installazione e adeguamento di impianti di comunicazione sia fissa sia mobile prevedendo la semplificazione delle procedure autorizzative inerenti gli interventi di scavo, installazione e manutenzione di reti in fibra e degli impianti radioelettrici”, si legge nella Relazione illustrativa del Dl Semplificazioni. “Si dispone che gli interventi vengano effettuati a valle della presentazione di una segnalazione certificata di inizio attività da inviare all’amministrazione locale competente e agli organismi competenti ad effettuare i controlli che decorsi cinque giorni dalla data di presentazione prevede che l’autorizzazione sia assunta con il silenzio-assenso”.
Al fine di favorire lo sviluppo delle infrastrutture digitali l’ipotesi caldeggiata è quella delle micro-trincee in ambito urbano ed extraurbano. Ma come si evince dalla bozza del Decreto su questo fronte è necessaria l’emanazione del cosiddetto Decreto Scavi, un provvedimento interministeriale Mise-Mit pendete da oltre cinque anni a causa del parere negativo del Ministero dei Trasporti.
Sono esentati dalla presentazione di istanza di autorizzazione paesaggistica gli interventi finalizzati all’installazione di reti tramite cavo aereo e ripartitori ottici di edificio sulle facciate degli edifici in aree prive di interesse paesaggistico. E via libera anche per le installazioni che fanno leva sul riutilizzo di infrastrutture esistenti.