In soli quattro anni Amazon è diventato il primo operatore in Italia nel mercato delle consegne e-commerce deferred ed il secondo operatore in quelle espresse: in tal senso, la sua presenza nel settore della consegna dei pacchi ha influenzato significativamente le dinamiche competitive del mercato B2C in ambito nazionale. Lo scrive l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) nell’Interim report sull’analisi del mercato dei servizi di consegna dei pacchi appena pubblicato. Il report – relatore il commissario Antonio Nicita – rappresenta la prima analisi del mercato dei pacchi condotta dall’Autorità a seguito dello sviluppo del commercio elettronico.
L’Autorità ha concluso che Amazon detiene un significativo potere di mercato nel mercato delle consegne B2C deferred, con una quota pari al 59% dei ricavi. La performance del colosso di Seattle è senza dubbio riconducibile al vantaggio competitivo che trae, dal lato dell’offerta, dall’integrazione verticale e, dal lato della domanda, dal contropotere di acquisto di cui gode in qualità di acquirente di servizi di consegna, osserva l’Agcom.
Rivoluzione sul mercato delle consegne B2C e-commerce
Grazie principalmente all’e-commerce, nell’ultimo quadriennio (2016-2019) sia i volumi sia i ricavi dei servizi di consegna dei pacchi sono aumentati a tassi considerevoli: nel 2019 gli operatori postali in Italia hanno consegnato circa 625 milioni di pacchi che hanno generato un fatturato di circa 4,7 miliardi di euro.
Dall’analisi dell’Interim report dell’Agcom è emerso che il mercato delle consegne B2C e-commerce è quello che ha subito le maggiori trasformazioni mostrando dinamiche specifiche che lo differenziano dagli altri mercati tradizionali. È cresciuto ad un tasso medio annuo del 30% in volumi e 18% in ricavi e ha visto l’ingresso di nuovi operatori. La quota di pacchi B2C sul totale è aumentata considerevolmente nel periodo considerato: nel 2016 i volumi di pacchi B2C rappresentavano poco più di un terzo del mercato totale mentre nel 2019 rappresentano circa la metà del mercato (49%). In ricavi, le consegne B2C costituiscono il 40% del totale del mercato pacchi.
Sul mercato delle consegne C2X (servizi rivolti alla clientela residenziale) resta preponderante il ruolo di Poste Italiane (68%) anche in ragione della natura di operatore storico e di fornitore del servizio universale. Nell’arco di tempo considerato il mercato mostra una crescita sostenuta, probabilmente per effetto dei resi dell’e-commerce, ma rimane marginale nel mercato complessivo dei servizi di consegna pacchi (3% in volumi e 2% in ricavi). Il mercato delle consegne B2B (tradizionalmente il core business dei corrieri) nell’arco di tempo considerato è cresciuto ad un tasso medio annuo del 5% in volumi e del 6% in ricavi e continua ad essere caratterizzato da una struttura competitiva equilibrata con la presenza di un numero congruo di operatori (più di sei) e un livello di concentrazione basso.
“Sottrazione alle regolamentazioni vigenti”
Il documento dell’Agcom evidenzia un sostanziale allineamento del mercato italiano alle tendenze in corso negli altri mercati europei e mondiali: anche nel nostro Paese infatti, lo sviluppo dell’e-commerce ha determinato l’ingresso sul mercato di nuovi operatori, l’affermarsi di un modello di business “multi-sided market” centrato sul destinatario (receiver-oriented), nonché di nuove modalità di consegna (consegna congiunta di pacchi e lettere, consegna flessibile, consegna negli armadietti automatici, cosiddetti parcel lockers).
Questi nuovi modelli permettono lo sviluppo di forme significative di efficienza a beneficio dell’utente finale ma anche l’emersione di un vantaggio competitivo che appare fondarsi sulla capacità di sottrarsi a regolamentazioni vigenti (ad esempio nel mercato del lavoro) nonché suscettibile di modificare strutturalmente gli assetti concorrenziali nei mercati a valle, anche per il duplice ruolo rivestito da alcune piattaforme come domanda di servizi di consegna pacchi e offerta degli stessi all’utente finale.
Nuovi obblighi per gli operatori dominanti?
L’Agcom fa sapere che l’analisi svolta rappresenta una tappa intermedia; in vista della conclusione dell’indagine saranno svolti ulteriori approfondimenti per valutare la persistenza di posizioni dominanti, la natura strutturale dei mutamenti nelle dinamiche concorrenziali, nonché il costo sociale del vantaggio competitivo ove realizzato attraverso leve non replicabili (ad esempio sui contratti con fornitori e lavoratori) da concorrenti a valle, anche al fine di valutare l’opportunità di introdurre eventuali specifici obblighi in capo agli operatori che detengono significativo e durevole potere di mercato e promuovere assetti maggiormente concorrenziali.