LA CLASSIFICA

Apple top innovator, sul podio anche Google e Amazon

Le tre tech company in vetta al ranking delle 50 aziende più innovative stilato da Boston Consulting Group. Costanza negli investimenti, visione e organizzazione agile i segreti del successo

Pubblicato il 03 Lug 2020

Most Innovative Companies 2020_chart

Apple è ancora l’azienda più innovativa, seguita a ruota da Alphabet (Google) e Amazon. A dirlo l’edizione 2020 di “The Most Innovative Companies” di Boston Consulting Group (Bcg) che ha stilato la classifica dei 50 top innovator globali.

Lo studio evidenzia chiaramente come anche le imprese più innovative abbiano difficoltà a mantenere livelli di performance costanti. Solo il 12% delle società, infatti, è rientrato nella Top50 più di dieci volte e sono solo otto quelle che hanno conservato un posto fisso nello studio dal 2005 – Alphabet, Amazon, Apple, HP, Ibm, Microsoft, Samsung e Toyota. Compare in classifica Fca per la prima volta, vi era entrata Fiat nel 2014.

Per essere leader dell’innovazione bisogna essere costanti: perseverare su questo fronte preservando livelli di innovazione elevati a lungo termine è una chiave per il successo. Secondo i 2.500 manager contattati perché ciò avvenga servono una chiara strategia di innovazione, investimenti adeguati e sistemi agili.

Se la perseveranza paga, anche gli investimenti contano. Fregiarsi del titolo di innovatore conta, ma solo il 45% degli intervistati si dichiara un innovatore impegnato – cioè che vede l’innovazione come una priorità assoluta e sostiene questo impegno con investimenti significativi – e poco più di un terzo ha l’innovazione tra le tre principali priorità in azienda.

Il 30% poi fa parte degli “innovatori scettici”, coloro che non considerano l’innovazione né una priorità strategica né un obiettivo significativo di finanziamento, il restante 25% è un innovatore confuso”, in cui si nota uno squilibrio tra l’importanza che attribuisce all’innovazione e gli investimenti sostenuti per inserirla realmente nella strategia. Lo studio ci suggerisce che sono gli innovatori impegnati i veri vincitori.

Quasi il 60% di questi dichiara di aver generato un volume crescente di vendite di prodotti e servizi lanciati negli ultimi tre anni, rispetto al 30% degli scettici e al 47% dei confusi. La percentuale più alta di innovatori impegnati è nel settore finanziario e farmaceutico (56%), mentre la più bassa si trova nei beni industriali (37%) e nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (32%).

I segmenti

Amazon leader nell’innovazione sul fronte della sanità e Alibaba player innovativo in ambito finanziario? Strano ma vero. Quest’anno il rapporto ha, infatti, rivelato un nuovo pattern: rispetto al 2015, un numero significativamente maggiore di intervistati ha nominato come innovatrici in un settore aziende tradizionalmente associate a un’altra industry.

Un risultato importante riguarda, quindi, l’attività intersettoriale, che rispetto al 2016 è aumentata del 20% e non riguarda solo società già note per essersi espanse in altri comparti. Ora anche case automobilistiche, aziende chimiche, retailer e produttori industriali hanno cambiato passo e competono in differenti realtà con nuovi competitor per g avere opportunità in nuovi modelli di business. I dati suggeriscono che questo tipo di disruptor ha guadagnato un ritorno annuale per gli azionisti di 2,7 punti percentuali dal 2016 al 2019 rispetto alle aziende che si sono concentrate esclusivamente sulla difesa del proprio territorio.

La dimensione d’azienda

Un altro elemento importante nella strategia di innovazione riguarda la dimensione dell’azienda, si pensa, infatti, che le aziende più piccole abbiano maggiori probabilità di avere successo e superare le grandi imprese. Tuttavia, gli esperti Bcg dimostrano che più del 40% delle grandi aziende, ovvero quelle che hanno un fatturato pari o superiore al miliardo di dollari, riesce a superare le difficoltà maggiori del processo di implementazione, ch, in genere, riguardano la mancanza di un metodo nell’allocazione delle risorse e la difficoltà nell’allineare l’organizzazione interna con la strategia d’innovazione.

Queste aziende riescono raggiungere percentuali di vendite sui prodotti lanciati negli ultimi tre anni superiori alla mediana di settore, inoltre, rispetto ai loro pari, guadagnano 1,4 volte di più in percentuale di vendite dagli investimenti nei programmi di innovazione e ottengono guadagni in percentuale di vendite quattro volte maggiori.

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