“Il prossimo Consiglio dovrà fare estrema attenzione ai prossimi sviluppi nella consapevolezza che nei periodi di crisi i presidi regolatori e i princìpi sui quali essi si fondano non devono essere messi da parte, ma, anzi, devono assumere maggiore centralità nell’intervento pubblico onde consentire un equilibrato sviluppo dei mercati, sia sul piano nazionale, sia su quello europeo e internazionale”: si chiude così la prefazione del presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani che introduce la Relazione annuale, l’ultima dell’Authority considerato che il voto in Parlamento per il rinnovo del Consiglio, già oggetto di diverse proroghe, è fissato al 14 luglio.
La Relazione, evidenzia il presidente, segna il confine fra la realtà pre e quella post-virus. E alle sfide regolamentari future già evidenziate nell’edizione 2019 si aggiungono ora quelle relative agli impatti della pandemia sui mercati, tali “da rendere necessaria non più una evoluzione bensì una radicale modifica dei paradigmi su cui si fonda l’attività regolatoria”. “Occorrerà perseguire un non agevole bilanciamento che consenta all’intelligenza artificiale, ai big data e alle nuove tecnologie di connessione di far uscire il nostro Paese dalla crisi generata dall’emergenza nel modo più rapido possibile, senza la costituzione o il rafforzamento di posizioni dominanti nei mercati e mantenendo un adeguato livello di tutela dell’utenza”.
In aggiunta alla tradizionale rilevazione dello stato dell’arte nel settore delle Tlc e dei media, la Relazione 2020 è accompagnata con un Appendice dedicata all’impatto del Coronavirus nei settori regolati (Cliccare qui per scaricare l’allegato).
“È sotto gli occhi di tutti – scrive ancora il Presidente – il profondo mutamento degli equilibri di mercato, delle abitudini di consumo e dei parametri sociali che si sta verificando in questi mesi. Il monitoraggio strettamente riferito a quest’ultimo periodo ne fornirà ulteriore conferma. Non può che derivarne una ulteriore spinta all’innovazione alla revisione dei processi aziendali e alla diversificazione dei modelli di business, che già si prospettava l’anno scorso. Oggi, l’evoluzione dei mercati indotta con maggior vigore dall’emergenza impone uno sforzo ulteriore da parte del Regolatore, poiché il rischio di squilibrio fra le varie istanze è più elevato rispetto al recente passato”.
Cardani evidenzia come lo stesso Governo abbia riconosciuto la centralità dei servizi di comunicazioni elettroniche, disponendo che le imprese del settore intraprendessero iniziative di potenziamento delle infrastrutture e facessero quanto necessario a garantire la continuità dei servizi. “L’incremento delle prestazioni, funzionale a soddisfare l’incremento della domanda, non deve realizzarsi, tuttavia, a detrimento dei livelli competitivi raggiunti dai mercati in questi anni”. Tra il 2018 e il 2019 – spiega Cardani – il grado di concentrazione dei mercati dei servizi di telecomunicazione di rete fissa è sceso sia in termini di linee di accesso, sia in termini di ricavi da servizi a banda larga. “Le analisi di mercato svolte ci hanno permesso di evidenziare, da un lato, un maggior livello di concorrenza infrastrutturale e, dall’altro, un incremento della qualità dei servizi offerti alla clientela. Il modello sul quale abbiamo investito in termini regolatori ha portato benefici, quindi, sotto diversi aspetti, non sempre facilmente conciliabili fra loro, con risultati significativi sotto il profilo degli investimenti nelle reti di nuova generazione e nell’innovazione dei servizi. Nel prossimo futuro l’Autorità sarà impegnata nella non agevole missione di preservare, e se possibile migliorare, gli equilibri raggiunti”.
Il mercato delle Tlc nel guado
Nelle telecomunicazioni la progressiva diffusione degli accessi broadband e ultrabroadband ha determinato una contenuta flessione dei ricavi della rete fissa, pari all’1,7% su base annua, che, rispetto al 2015, ha fatto registrare un lieve aumento (+0,6%). Al riguardo, occorre rilevare come le misure di contenimento della diffusione del virus hanno avuto ripercussioni sulla domanda dei servizi basati sugli accessi in parola, ponendo le basi per una previsione in senso migliorativo dei ricavi nel prossimo futuro. Con riferimento al comparto della rete mobile, la riduzione dei ricavi è decisamente più marcata, pari al 7,3% su base annuale, e con un trend complessivo ancora peggiore, che vede la riduzione aumentare al 13,1% se si considera l’arco temporale 2015-2019.
Accelerare sulle aree grigie
In questa fase di rilancio dell’economia – si legge nella Relazione- per ridurre il gap infrastrutturale potrebbe essere utile accelerare il piano per le “aree grigie” e rivedere il piano banda ultralarga per aggiornarlo e dimensionarlo – geograficamente, tecnologicamente ed economicamente – alla luce degli interventi infrastrutturali che intanto gli operatori privati hanno realizzato e in vista del potenziamento di servizi come la didattica a distanza e lo smart working. Inoltre, è auspicabile che si realizzi un piano di cablatura almeno degli edifici scolastici e degli uffici pubblici.
In questo quadro di interventi infrastrutturali, un’attenzione particolare dovrebbe essere rivolta a razionalizzare le risorse ed evitare inefficienze, coordinando gli investimenti pubblici e privati e utilizzando il mix di tecnologie disponibili (fibra ottica, ma anche tecnologie radio) nel rispetto della neutralità tecnologica.
La televisione alla sfida dei contenuti web
La televisione a pagamento, che ha dovuto confrontarsi con la progressiva diffusione di contenuti a pagamento via web, ha registrato nell’ultimo anno una flessione consistente dei ricavi, pari al 6,7%, tornando ai valori del 2015. La televisione in chiaro ha subito una flessione meno accentuata nell’ultimo anno, pari all’1,9%, mentre il trend degli anni 2015-2019 è in aumento del 4,1%. Anche in questo caso, ovviamente, la situazione emergenziale ha avuto – e avrà – implicazioni rilevanti, ma, a differenza della telefonia fissa, l’impatto sarà negativo, a causa delle ripercussioni registrate sul settore pubblicitario.
La radio in controtendenza e cresce l’advertising online
La radio, in netta controtendenza, ha visto aumentare i ricavi del 1,7% nell’ultimo anno, in continuità con il trend positivo che ha visto i ricavi aumentare di oltre il 9% negli ultimi cinque anni.
Alla flessione registrata dai media tradizionali si contrappone la costante crescita della raccolta pubblicitaria effettuata dalle piattaforme online. I ricavi di questo segmento sono cresciuti del 9,5% solamente nel 2019 e sono più che raddoppiati negli ultimi cinque anni, passando da 1,7 ad oltre 3,3 miliardi di euro. I dati dell’ultimo anno, in cui l’online ha superato anche la televisione come mercato pubblicitario nazionale, verranno ulteriormente influenzati, in senso positivo, dalla situazione emergenziale in corso, che ha ulteriormente incentivato il commercio elettronico.
Il ruolo chiave dell’e-commerce
L’e-commerce ha rivestito un ruolo determinante anche con riguardo ai dati fatti registrare dal settore postale. In tale settore, infatti, i ricavi sono cresciuti complessivamente del 3,5% lo scorso anno e del 16,3% nell’ultimo quinquennio. Ciò è dovuto al maggior utilizzo dei servizi legati al commercio elettronico, come l’attività dei corrieri espresso (+8,6% nell’anno, +45,2% nel periodo), a fronte di una costante flessione dei tradizionali servizi rientranti nel servizio universale (-7,3% nel 2019, -25,5% negli ultimi cinque anni). Anche in questo caso è già ampiamente riscontrabile un’ulteriore accentuazione del trend descritto dovuta alle misure di contrasto al Covid-19.