Confindustria: ‘Un action plan per rilanciare il Paese’

L’Associazione degli imprenditori chiede tempi certi, strumenti efficaci e una PA efficiente per agganciare il treno della ripresa economica

Pubblicato il 09 Giu 2009

La crisi e l’innovazione. O meglio l’innovazione per uscire
dalla crisi. È stato questo il grande tema della Giornata
dell’Innovazione che si è tenuta oggi presso l’Auditorium di
Confindustria a Roma. Un’occasione, quella odierna, che ha
permesso all’associazione guidata da Emma Marcegaglia di
annunciare la strategia scelta per contribuire a rilanciare il
sistema paese e agganciare la ripresa.
“L’innovazione è sempre una grande opportunità da cogliere e
lo è più che mai nella congiuntura economica attuale – ha
precisato il presidente di Confindustria -. Ma riconoscerne la
necessità non basta: quello che serve all’Italia è un action
plan sulla ricerca e lo sviluppo che superi le frammentazioni che
affliggono il settore”. Il punto da cui partire per questo piano
d’azione è il nuovo Programma nazionale di ricerca (Pnr) che il
Miur si appresta a varare per il 2009-2013. “Quello dovrà essere
il punto di riferimento per tutto il nostro plan – ha proseguito -.
Un grande piano che per funzionare ha bisogno di definire obiettivi
monitorabili da raggiungere con strumenti flessibili e con una
tempistica di breve termine”.

Ma per saltare sul treno delle modernizzazione l’impresa non può
fare tutto da sola, serve soprattutto una Pubblica amministrazione
snella ed efficiente che supporti il sistema produttivo. “In
questo senso giudichiamo molto positivamente il lavoro intrapreso
dal ministro per la PA e Innovazione, Renato, Brunetta, per
trasformare l’amministrazione italiana – ha concluso il
presidente -. Con un action plan definito e una PA efficiente si
potrà finalmente fare sistema sull’innovazione, mettendo a
fattor comune tutte quelle esperienze innovative che in Italia
certo non mancano”.
Pubblico e privato insieme dunque per agganciare la ripresa. Ne è
convinto anche Pier Carlo Padoan vice-segretario generale
dell’Ocse. “Il sostegno pubblico al sistema produttivo è
fondamentale – ha puntualizzato Padoan -. In questa prospettiva
l’Ocse sta lavorando a nuove linee guida per l’innovazione che
ciascun governo potrà adattare alle sue esigenze, che riconoscono
proprio il fattore abilitante rappresentato dai fondi pubblici”.
Fondi pubblici che, però, devono essere “spesi” in un contesto
dove anche le altre politiche economiche funzionino, a partire dal
sistema fiscale e dalle regole della concorrenza. “Solo in questo
modo si incrementerà la domanda di innovazione dei consumatori, ma
anche degli attori pubblici che è determinate in ogni settore
produttivo – ha proseguito Padoan -. Serve poi incentivare i
mercati globali della conoscenza e della ricerca”.

Anche Diana Bracco, presidente del Progetto Speciale “Ricerca e
Innovazione” di Confindustria ha focalizzato l’attenzione
sull’importanza della ricerca, soprattutto quella delle piccole e
medie imprese, a cui spesso non viene riconosciuta la capacità di
innovare. “Invece le Pmi rappresentano una realtà in grado di
innovare davvero – ci tiene a precisare la Bracco -. Quello che
serve, soprattutto alle piccole imprese, è mettere a disposizione
nuovi fondi tra quelli Pon, quelli disponibili della Cassa Depositi
e Prestiti e, sopratutto quelle provenienti dagli automatismi”.
La Bracco si riferisce la credito d’imposta che è “ossigeno
per la sopravvivenza delle imprese”. Per quanto riguarda, invece,
i progetti messi in campo da Confindustria la Bracco ricorda il
progetto Sud-Nord. “È un esempio di come mettere a sistema
l’innovazione italiana – spiega – attraverso la
collaborazione di centro di ricerca e università e impresa su
progetti abilitanti come l’Ict, la sostenibilità ambientale e
l’automotive”.

Il quadro dipinto dai vertici di Confindustria è chiaro: un grande
progetto paese per l’innovazione e un efficiente ripartizione
delle risorse. E, su tutto, una PA che funzioni a supportare i
processi amministrativi utili alle imprese, puntando sui processi
di automazione e di e-gov.
“Il mio obiettivo è quello di automatizzare l’amministrazione
entro il 2012 – ha promesso il ministro Brunetta -. A comuniciare
da settori abilitanti quali la sanità, la scuola e la giustizia
dove la connettività e le tecnologie sono presenti, ma mancano i
servizi innovativi. Per questo metteremo in moto processi che
rendano la scuola digitale, la giustizia automatizzata e la sanità
elettronica”.
A conclusione del suo intervento il ministro ha annunciato anche il
lancio della Posta elettronica certificata. “Dall’autunno, in
via sperimentali, tutti gli interlocutori dell’Inps verranno
dotati di una casella elettronica – ha annunciato Brunetta -. Da
gennaio, invece, tutti cittadini e imprese verranno messi nella
condizione di interloquire con la PA tramite la mail
certificata”.

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