La guerra Usa-Cna si sposta sui social. Mike Pompeo, segretario di Stato americano, ha detto in una intervista a Fox News che gli Usa stanno pensando di vietare l’uso delle app per i social media cinesi negli Stati Uniti, incluso TikTok, perché condividerebbero le informazioni con il governo cinese. Un’accusa che TikTok, di proprietà della cinese ByteDance, ha sempre negato.
Intanto la stessa TikTok e tutti i maggiori operatori di social media americani hanno smesso di processare le richieste di dati degli utenti provenienti dalle autorità Hong Kong, dove il governo di Pechino ha appena approvato una legge restrittiva delle libertà delle persone, perché devono prima “studiare la legge” e capire come e se adeguarsi.
Pompeo ha dichiarato che ha senso scaricare la app di TikTok “solo se volete dare le vostre informazioni private al Partito comunista cinese”. Secondo Pompeo infatti l’opzione di vietare TikTok negli Usa è sul tavolo: «Non voglio ancora parlare con il Presidente, ma è qualcosa che stiamo cercando di capire se la vogliamo fare».
TikTok e altre 58 app cinesi sono state vietate di recente in India, dopo che si sono riaccesi gli scontri su un tratto del confine conteso tra l’India e la Cina. L’intervento di Pompeo arriva dopo due anni di guerra commerciale tra Usa e Cina, ma anche dopo le tensioni su come è nata ed è stata gestita la pandemia di coronavirus, e la nuova normativa imposta dalla Cina su Hong Kong per sedare definitivamente le proteste soprattutto dei più giovani cinesi in corso da alcuni anni (il governo britannico ha offerto a 300mila cittadini cinesi di Hong Kong di prendere la nazionalità britannica).
Intanto, TikTok sta lasciando il mercato di Hong Kong dopo l’arrivo della nuova legge sulla sicurezza molto restrittiva decisa a Pechino. Oltre a TikTok anche altre azienda tech si stanno muovendo: infatti, anche Facebook, Microsoft, Google, Twitter e Zoom hanno annunciato di aver sospeso la gestione delle richieste dei dati degli utenti da parte delle autorità di Hong Kong nell’attesa di studiare e capire bene cosa prevede la nuova legge.
La maggior parte delle aziende occidentali che fanno social media sono vietate in Cina, ma hanno avuto sinora libertà di funzionamento a Hong Kong. Adesso, con la nuova normativa che gli attivisti della città sostengono metta a repentaglio le libertà civili godute da decenni a Hong Kong, devono capire come fare e prevedere le prossime mosse di Pechino, incluso il rischio di essere tagliati fuori.
Non è una ipotesi impossibile. La decisione di uscire da parte di TikTok, che opera a Hong Kong ma non nella Cina continentale, indica che adesso anche l’ex colonia britannica verrà tagliata fuori definitivamente dal servizio del social.
Facebook, che possiede anche WhatsApp e Instagram, ha dichiarato che ha bloccato momentaneamente le richieste di dati degli utenti per tutti i suoi servizi “in attesa di aver valutato meglio la nuova legge sulla sicurezza nazionale”.
Google e Twitter hanno dichiarato di aver sospeso le loro review delle richieste di dati da parte delle autorità di Hong Kong immediatamente dopo l’entrata in vigore della legge, la scorsa settimana. Zoom, Microsoft e LinkedIn hanno rilasciato dichiarazioni simili all’inizio di questa settimana.
Invece, Apple ha dichiarato di non ricevere richieste di dati degli utenti direttamente da Hong Kong, ma che le autorità locali devono presentare le richieste attraverso il Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti per via di un trattato di assistenza legale.
«Stiamo valutando la nuova legge – ha detto un portavoce –, che è entrata in vigore meno di una settimana fa, ma non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di dati da quando è entrata in vigore».