Telefonia mobile al bivio. Futuro garantito solo con il traffico dati

Il comparto è l’unico che genera profitti nell’universo Tlc. Ma i margini di redditività sono sempre più risicati. E l’Italia non può rischiare di perdere il business

Pubblicato il 10 Giu 2009

“Il futuro del mobile è colmare il gap di capacità che permane
nel fisso così da tenere il passo della prevista esplosione del
traffico dati”. La tesi è sostenuta dall'’Istituto Bruno
Leoni nel Report "Telefonia Mobile" che in oltre 100
pagine suddivise in quattro capitoli indaga il mercato mobile in
Italia e nel mondo prendendo in esame lo scenario competitivo, gli
investimenti e le offerte dei vari player. (scarica il testo integrale del
Rapporto)
A suggerire la linea per il futuro sono gli stessi numeri messi
nero su bianco nel rapporto: i dati mobili – si legge – sono
l’unico comparto delle telecomunicazioni per il quale si preveda
una crescita sostenuta di qui al 2010.
L’incremento su base annua del traffico dati su rete mobile,
infatti, tra il primo trimestre 2007 e il primo trimestre 2008 è
stato addirittura del 120%: dai 1.390 TB del primo trimestre 2007
ai 3.129 TB dell’analogo periodo 2008.
Secondo gli analisti  “il mercato italiano si caratterizza,
inoltre, per l’importanza relativa dei dati che garantiscono il
26% dei ricavi, un dato più che doppio rispetto al 12% del
2002”. Un dato inferiore solo a quello del Giappone, e superiore
a quelli di Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Spagna e Francia.
Ma quali sono le "vie" per rendere profittevole il
traffico dati? “Potenziamento dei network ed evoluzione delle
tecnologie di trasporto”, è la risposta dell'Istituto Leoni.
Un esempio di innovazione che potrebbe sostenere il futuro della
telefonia mobile e che desta “molta curiosità” è
“l’introduzione delle femtocelle, antenne di telefonia mobile
installabili presso l’utente finale, con il duplice vantaggio di
alleggerire le infrastrutture radio della rete pubblica e di
permettere la fornitura di servizi fisso-mobile altamente
integrati”.
Insomma, la salvezza del mercato mobile – che pure secondo il
Report finora “ha prodotto benessere ed innovazione in quanto
scarsamente regolato, scevro da protezionismi, aperto
all’iniziativa, ma che ha comunque accumulato un gap
considerevole in termini di concorrenzialità, capacità
d’investire, apertura al futuro – è il traffico Internet. Il
rischio altrimenti sarebbe quello di “trasformare il modello
vincente in una altro reperto archeologico”.
Al contrario “la telefonia mobile in Italia dovrebbe essere
riconosciuta per quello che è: una delle poche cose che davvero
funzionino in questo paese. Trasformarlo in una brutta copia del
mercato del fisso sarebbe un crimine” conclude il Rapporto.
Ma il rischio è vicino. Perché a fronte di un livello di
investimenti tra i più alti, la telefonia mobile ottiene il un
Roce di appena il 9 per cento, il minore del lotto, insieme a
quello dell’industria dell’energia elettrica”, ben diverso da
quello dell’high tech o del software che – stando ai dati –
“registrano tassi di remunerazione del capitale ben oltre il
20%” a fronte di investimenti limitati.
L’opportunità di accelerare sul traffico dati, poi, è chiara
anche tenendo presente le stime di Deutsche Bank, che prevede che
“entro il 2013, la quota di mercato del primo operatore storico
Tim, è destinata a scendere da circa il 40% a poco più di un
terzo del mercato; e anche Vodafone potrebbe andare incontro a un
simile ridimensionamento, al contrario di Wind e di H3G che nel
complesso dovrebbero guadagnare un paio di punti
percentuali”.
“Dal punto di vista socio-economico, poi, – si legge nel Report –
è senz’altro interessante considerare l’impatto che una
capillare diffusione delle tecnologie mobili più avanzate potrà
avere in un paese come l’Italia, che in tema d’internet ha
storicamente denotato un cronico ritardo, imputabile – da un lato
– a una scarsa alfabetizzazione informatica e – dall’altro
– a un annoso fenomeno di digital divide”.
Indubbia per l’Istituto Leoni – la crescente rilevanza del
telefonino nella società dell’infomrazione tenendo presente che
secondo un altro Rapporto, quello di Pew Internet Research, il
cellulare diventerà entro il 2012 il principale strumento di
accesso a internet”. Per ora l’andamento è chiaro: “il 2010
sarà l’anno del sorpasso della banda larga mobile su quella
fissa con un totale di oltre due miliardi di linee mobili a banda
larga nel 2013”.

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