STRATEGIE

Obiettivo 100% carbon free nel 2023: la svolta green di Apple

Tim Cook svela il piano per rendere la filiera produttiva e il ciclo di vita dei prodotti a impatto zero. Via al pressing su partner e i terzisti per convincerli ad investire nella sostenibilità ambientale

Pubblicato il 22 Lug 2020

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Obiettivo 100% carbon free entro il 2030. Apple ha svelato il piano per trasformare la filiera produttiva e il ciclo di vita dei prodotti dell’azienda entro dieci anni in modo tale da renderli a impatto zero. La strategia parte da solide fondamenta, perché l’azienda è già a impatto zero (cento per cento energia rinnovabile) per quanto riguarda gli uffici, i negozi in tutto il mondo (grazie a programmi di compensazione quando non è possibile acquistare elettricità green) e così anche per la produzione e il riciclaggio di buona parte dei suoi prodotti.

Adesso Apple intende estendere questa strategia anche al di fuori delle sue mura, coinvolgendo tutti i fornitori della filiera produttiva che costruisce la sua catena del valore. Apple considera il cambiamento climatico un rischio che può creare difficoltà al business aziendale e per questo, ha scritto nella documentazione depositata presso la Sec alla fine dello scorso anno fiscale, ha intenzione di attivarsi e agire non solo per tutelarsi ma anche per cercare di mitigare il rischio intervenendo direttamente sull’ambiente.

Investire sulle energie riciclabili e partecipare a programmi di riforestazione secondo Apple ha un senso anche dal punto di vista del business, così come investire in aziende innovative per l’ambiente e cercare di convincere la sua catena dei fornitori a diventare “aziende a emissione zero”.

Apple non è l’unica delle aziende della Silicon Valley a muoversi in questa direzione, anche se la scala delle sue operazioni è molto più grande dal punto di vista industriale di quelle di Microsoft e Google, che producono relativamente poco hardware. Per questo i piani per diventare “carbon negative” di Microsoft entro il 2030 sono differenti come portata oltre che nello scopo (i parametri di Apple sono più ampi e inclusivi rispetto a quelli di Microsoft e Google). Non a caso l’unica azienda tra i big del tech che ha un impatto paragonabile, seppure su logiche diverse, è Amazon, che ha dichiarato che cercherà di diventare “carbon neutral” entro il 2040. Dieci anni dopo Apple.

Apple, dunque, sta sostanzialmente lavorando per convincere i partner e i terzisti a investire nel green. Si tratta di giganti come Foxconn, con fabbriche che sembrano città e dove lavorano fino a un milione di persone, e Tsmc, il produttore di chip taiwanese (la produzione di chip richiede forti investimenti e per diventare carbon neutral richiede forti spese ulteriori). Entrambi i fornitori di Apple hanno accettato di utilizzare solo energia proveniente da fonti rinnovabili, creando un precedente che probabilmente convincerà molti degli altri terzisti in tutto il mondo ad adeguarsi.

«Le aziende – ha detto Tim Cook, ceo di Apple – oggi hanno una incredibile opportunità per costruire un futuro più sostenibile, uno che nasca dalla preoccupazione per il pianeta che tutti noi condividiamo».

Con il suo piano Apple azzererà le emissioni al 75% e prenderà in carico misure compensative per abbattere l’ultimo quarto, che con la tecnologia attuale è fisiologicamente ineliminabile. L’azienda inoltre investe in una nuova generazione di robot per riciclare i propri prodotti in maniera più rapida e automatica (non le componenti, ma i singoli materiali), aumenta ancora l’uso di metalli e plastiche riciclate o, ad esempio, di alluminio privo di carbone (per la prima volta in un prodotto di larga scala come il MacBook Pro 16), investe in aziende innovative del settore, progetta apparecchi capaci di durare di più e di avere un minore impatto ambientale, ricicla completamente le terre rare utilizzate nella componentistica dei suoi computer e lavora per contribuire alla ripartenza di intere aree boschive o di foresta.

«Con il nostro impegno per la neutralità del carbonio, speriamo di essere un’increspatura nello stagno che crea un cambiamento molto più grande», ha detto Tim Cook.

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