AGENDA DIGITALE

Profumo: “Horizon 2020 occasione unica per l’Italia”

Il ministro delinea le strategie del Miur in vista della prima call del 2014: “Lanceremo bandi aperti con tempi certi per l’erogazione delle risorse. Priorità alla social innovation”

Pubblicato il 12 Giu 2012

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“Horizon 2020 sarà un’occasione imperdibile per rilanciare il sistema della ricerca e dell’innovazione in Italia”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo, intervenendo alla Giornata dell’Innovazione organizzata da Confcommercio in collaborazione con l’Agenzia dell’Innovazione.

“Bisogna avere il coraggio di dire – ha puntualizzato Profumo – che l’Italia non si è comportata bene nell’ambito del VII Programma quadro, perdendo circa 500 milioni l’anno. Ora Horizon 2020 ci offre l’occasione per cambiare marcia. Come? Valorizzando il nostro contributo al piano, pari al 14,5%, tramite quelle mi piace chiamare le Palestre Paese in vista della prima call del 2014”.

“Tre saranno i pilastri della strategia che metteremo in campo per ‘allenare’ i nostri ricercatori: lanciare bandi aperti e trasparenti, stabilire regole stringenti per la valutazione dei progetti e tempi certi per l’erogazione delle risorse a sostegno dei progetti innovativi”.

“Contestualmente stabiliremo delle priorità settoriali. Tra queste spicca la cosiddetta social innovation su cui spingere, non solo per partecipare ad Horizon 2020, ma anche per realizzare l’agenda digitale”.

La rivoluzione del sistema della ricerca italiano, secondo il ministro, passa infatti per questo tipo di innovazione: l’innovazione declinata in senso sociale, secondo i principi della condivisione delle buone pratiche e della coesione.

In Italia, ha ricordato Profumo, ci sono molti esempi di buone pratiche che però restano casi isolati perché “non si riesce a trasformarli in progetto paese”. Questo deve dunque essere uno degli obiettivi della ricerca per raggiungere il quale bisogna, prima di tutto, “definire i rapporti tra la comunità scientifica e le istituzioni, sia nazionali sia europee. In secondo luogo – ha detto Profumo – bisogna definire e stabilire “le priorità d’intervento e le vocazioni di ciascuna regione per poi destinare risorse ad hoc, anche facendo leva sui fondi strutturali europei”.

Sul tema delle risorse è intervenuta anche Diana Bracco, vicepresidente di Confindustria con delega all’innovazione. “La ricerca ha bisogno di tempi certi nell’erogazione dei finanziamenti – ha spiegato – In questo senso la proposta di Confindustria è quella del credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e innovazione sia per i cosiddetti progetti intra muros sia per le commesse di ricerca portate avanti con le università e il Cnr”.

“Inoltre – ha proseguito la Bracco – è necessario stimolare partnership pubblico-private attorno a nuovi modelli di finanziamento che mettano a sistema le risorse provenienti dai due ambiti”.

Davide Giacalone, presidente dell’Agenzia per l’Innovazione ha invece posto l’accento sul ruolo della banche. “Oggi non basta più erogare un prestito per fare innovazione – ha chiarito – E’ necessario che il nostro sistema bancario immetta nel sistema capitali di rischio per fare innovazione”.

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