La Pubblica amministrazione locale continua a usare poco e male i
fondi per gli investimenti in Ict. E’ la fotografia scattata dal
terzo Rapporto Assinform sull’Ict nella Pubblica amministrazione
locale (scarica qui il
rapporto). L’indagine rileva che la spesa per reti e servizi
è rimasta al palo tra i 1370 e i 1380 milioni di euro, con un calo
per il 2009 stimato a -1,9 per le Regioni, -1,4% per i Comuni e
-2,1% per le Province. Tra il 2006 e il 2007, inoltre, le
amministrazioni locali hanno utilizzato solo 350 milioni dei 1260
milioni di euro previsti per il quinquennio 2002-2007 dagli accordi
quadro firmati con le stesse Regioni.
Tra i dati più eclatanti, Assinform fa emergere quello relativo
alo sviluppo di servizi Web da parte dei Comuni: solo il 41% degli
enti comunali ha creato servizi online accessibili dai propri
portali. Più confortante, invece, il trend sull’utilizzo del
Voip. “La tecnologia Voip, si sta diffondendo all’interno degli
enti, anche se in modo graduale – si legge nel rapporto -. Solo
pochi enti, tra cui si segnalano le Province, ne fanno un utilizzo
su vasta scala, mentre nella maggior parte dei casi tale tecnologia
è limitata ad alcune sedi. Tuttavia risulta essere spesso una
tecnologia in fase sperimentale e quasi sempre se ne prevede
l’estensione graduale. Nelle Regioni si registrano i maggiori
progressi, dato che nel 2006 appena il 20% utilizzava tale
tecnologia, a fronte di una presenza che oggi supera
l’80%”.
Per quanto riguarda, invece, la Posta elettronica certificata (che
il ministro della PA e Innovazione Renato Brunetta renderà
“universale” a partire da gennaio 2010) “il dato mostra un
lieve incremento, seppure nei Comuni registri un valore ancora
basso, essendo inferiore al 70%. Nelle Province e nelle Regioni il
valore di utilizzo è prossimo al 90%”, precisa Assinform.
Ma cosa frena gli investimenti locali in Ict? Stando all’analisi
contenuta nel rapporto “il principale fattore di freno è da
ricercare nella mancanza di un budget di spesa adeguato alle reali
necessità ed esigenze, rappresentando quindi un forte ostacolo
allo sviluppo di nuovi progetti Ict”. Ma non solo.
L’associazione aderente a Confindustria punta il dito anche
contro la dirigenza delle amministrazioni locali. “Si segnala
anche un basso livello di strategicità attribuito all’Ict da
parte dei dirigenti dell’ente, mentre il livello delle competenze
interne è il terzo fattore segnalato come ostacolo
all’investimento in Ict”, conclude la ricerca.