Accelerare sul progetto di integrazione Tim-Open Fiber per spingere la digitalizzazione dell’Italia: questo l’auspicio di Cgil, Cisl e Uil e di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil che in una nota congiunta si dicono favorevoli alla creazione della rete unica di Tlc la cui maggioranza non può che stare in capo alla telco guidata da Luigi Gubitosi.
La newco – concordano tutte le sigle sindacali – deve inglobare le reti esistenti a partire da quelle di Tim e Open Fiber. “Questa nuova impresa dovrà assieme permettere l’integrità del perimetro di Tim attraverso il possesso della maggioranza delle azioni, ma anche esser aperta da subito a tutti gli investitori interessati ai quali vanno garantiti poteri speciali tali da impedire un predominio di Tim”, si legge nella nota a firma dei segretari generali Maurizio Landini, Annamaria Furlan, Pierpaolo Bombardieri, Fabrizio Solari, Vito Vitale e Salvatore Ugliarolo.
Determinante il ruolo di Cassa depositi e prestiti e di Agcom. “Cdp, oggi azionista sia di Open Fiber che di Tim, deve accrescere da subito, attraverso operazioni di mercato, la sua presenza in Tim traguardando nel tempo la creazione di una società pubblica, stabilizzata dalla stessa Cdp, che manterrebbe al nostro Paese una presenza industriale nelle Tlc cosi come è già avvenuto in Francia e Germania. Questa presenza da un lato potrà essere vettore di innovazione e, laddove si presentasse l’occasione, il contraente nazionale in un auspicabile processo di consolidamento europeo per fronteggiare lo strapotere degli Usa e della Cina”. E riguardo all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni “serve ribadire la scelta del mercato aperto alla concorrenza, regolato da un’Agcom che dovrà sempre più prestare attenzione agli interessi generali e non solo alla tutela del consumatore”.
I sindacati chiedono di mandare avanti subito il progetto: “Il non decidere, il rinviare sine die, il gioco dei veti incrociati rischia di farci perdere un’occasione storica di riassetto del settore, oltre che di mettere a rischio la capacità stessa di spendere efficacemente i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea, con conseguenze devastanti. L’Italia – concludono i sindacati – sta vivendo una delle crisi più gravi e profonde della propria storia. Una scelta fondamentale per uscirne presto e bene è la rapida digitalizzazione del Paese”.
Intanto in una nota ufficiale Tim conferma le indiscrezioni in merito all’offerta vincolante del fondo Kkr: “Tim comunica di aver posto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio di Amministrazione del 4 agosto l’esame dell’offerta vincolante presentata dal fondo Kkr Infrastructure, per una quota di minoranza del veicolo societario di nuova costituzione, destinato a restare sotto il controllo di Tim e conferitario della rete secondaria aziendale”.
Stando ai rumors la quota di minoranza dovrebbe essere intorno al 38%.