Una via mediana tra le posizioni di chi vuole bloccare il roll out delle reti 5G temendo danni alla salute e chi, invece, lavora per accelerare. Il Consiglio comunale di Schio, in provincia di Vicenza, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato dai gruppi di maggioranza “Noi Cittadini”, “Veneti per Schio” e “Schiodando” che di fatto rappresenta un orientamento originale sul controverso panorama nazionale di approcci al 5G,
La mozione, in sintesi, riconosce l’importanza strategica dell’adozione della nuova tecnologia per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico del territorio e prende atto delle rassicurazioni sull’impatto sanitario provenienti da più organismi nazionali, anche in considerazione dei limiti di legge italiani largamente inferiori a quelli generalmente adottati in Europa. Allo stesso tempo chiede al Comune di coinvolgere l’Anci Veneto, la Regione e altre associazioni di rappresentanza dei Comuni per favorire e supportare, anche economicamente, la ricerca libera e indipendente riguardante gli effetti biologici dell’esposizione alle emissioni elettromagnetiche e a far sì che gli enti di ricerca “esercitino la pressione sul governo ai fini del mantenimento degli attuali limiti cautelativi italiani di emissione di campi elettromagnetici”.
Infine suggerisce ai Comuni di adottare piani urbanistici di copertura per garantire il controllo pubblico sul processo di localizzazione e posa delle infrastrutture di telecomunicazione sul territorio comunale.
“Noi amministratori – spiega Valter Orsi, sindaco civico di Schio – non possiamo lasciarci condizionare dagli umori o dalle informazioni troppo spesso distorte che circolano, ma abbiamo il compito di tutelare la salute dei cittadini favorendo nel contempo l’innovazione strategica e lo sviluppo economico. Con discreto anticipo sull’uscita del Decreto “Semplificazioni” (che stabilisce che le amministrazioni comunali non possono vietare l’installazione di reti 5G sul proprio Comune, ndr) a Schio avevamo espresso perplessità sul fatto che alcuni colleghi sindaci si fossero fatti prendere dalla pancia emanando ordinanze di stop al 5G di dubbio valore, col rischio di sciupare soldi dei cittadini per gestire ricorsi degli operatori davanti ai tribunali amministrativi, quando invece avrebbero potuto investire in piani urbanistici di installazione delle antenne radiomobili, unico strumento che consente davvero a chi governa i comuni di ottimizzare la copertura in concertazione con le telco, tutelare i siti strategici, favorire installazioni e ricavi derivanti su suolo pubblico anziché privato e tenere monitorati i livelli di esposizione elettromagnetica”.
“Con l’approvazione unanime di questo ordine del giorno – commenta Alessandro Maculan, assessore alle politiche ambientali di Schio – abbiamo cercato un punto di incontro che recepisse sia gli entusiasmi che le legittime preoccupazioni che i cittadini ci esprimono quotidianamente. Siamo arrivati al voto in consiglio dopo un articolato percorso di informazione qualificata, messo in piedi per aiutare l’opinione pubblica a costruirsi un’idea ascoltando punti di vista molteplici e sgomberare il campo dalle troppe fake news che spopolano in rete su ogni argomento dello scibile finendo solo col generare confusione. Speriamo che col coinvolgimento di Anci Veneto e della Regione altri comuni ci seguano per investire al meglio le risorse pubbliche”.