MERCATI

Amazon-Deliveroo, disco verde dall’Antitrust britannico

Nessun danno alla concorrenza dall’investimento del colosso dell’e-commerce nella piattaforma di food delivery, ha concluso l’inchiesta dell’authority. Si punta a sviluppare servizi iper-personalizzati e nuove tecnologie per aiutare i ristoranti

Pubblicato il 04 Ago 2020

deliveroo

L’Antitrust britannico ha dato il via libera all’acquisizione da parte di Amazon di una partecipazione del 16% di Deliveroo, dopo l’alt dello scorso dicembre ribaltato da un provvisorio ok ad aprile. La Cma (Competition and markets authority) ha dichiarato che l’investimento di Amazon in Deliveroo (definito “di minoranza” da entrambe le partner) “non ha determinato, e non si prevede che determini, una sostanziale riduzione della concorrenza”, si fatto condividendo la tesi che Deliveroo e Amazon hanno sostenuto durante tutta la fase di inchiesta, durata 15 mesi.

L’Antitrust ha considerato che Deliveroo, uno dei maggiori operatori del food delivery, era a rischio di fallimento senza l’intervento dei capitali di Amazon.

L’ok definitivo è frutto, afferma l’authority, di “un esame approfondito di questo accordo e dei mercati su cui Amazon e Deliveroo operano”. Amazon ha guidato una raccolta di finanziamenti complessiva di 575 milioni di dollari per Deliveroo a maggio 2019.

Deliveroo tira il fiato

L’atteggiamento della Cma è diventato più flessibile perché prende in considerazione le difficoltà economiche create dalla pandemia: con la chiusura dei ristoranti, le consegne di pasti a domicilio si sono ridotte e il mercato è diventato sovraffollato.

Inizialmente la Cma era orientata alla bocciatura per preoccupazioni sulla concorrenza di mercato, ma l’authority si è poi convinta che l’investimento di Amazon e altri partner è complessivamente un vantaggio per la concorrenza. L’Antitrust britannico ha perciò provvisoriamente approvato l’investimento di Amazon in Deliveroo ad aprile, spiegando che la decisione è stata presa “alla luce del deterioramento della posizione finanziaria di Deliveroo a causa del coronavirus”.

Con il disco verde arrivato oggi Deliveroo ha fatto sapere che userà i nuovi finanziamenti per offrire un servizio “iper-personalizzato” ai consumatori, con una più ampia selezione e scelta, espandere il progetto globale delle cucine per il solo delivery, di cui è stata pioniere, e sviluppare nuove tecnologie di cui beneficeranno i ristoranti partner.

Matteo Sarzana, General Manager Deliveroo Italia, ha dichiarato: “Questa è una notizia fantastica per i consumatori e per i ristoranti. Deliveroo utilizzerà questo investimento per aumentare la scelta e la qualità per i consumatori, supportare i ristoranti e per essere in grado di offrire a più rider il lavoro flessibile che apprezzano, man mano che l’azienda cresce. Deliveroo è entusiasta che Amazon, la società più attenta ai clienti e innovativa al mondo, abbia dimostrato una così grande fiducia in Deliveroo, scegliendo di investire nel futuro dell’azienda”.

Uk in soccorso del food delivery

L’Antitrust britannico ha già detto sì (dopo un precedente alt) alla fusione tra Just Eat e Takeaway.com. La britannica Just Eat, il più grande servizio europeo per gli ordini e consegne online del cibo, era entrato la scorsa estate nel mirino dell’olandese Takeaway e  il cda di quest’ultima ha dato il via libera a gennaio all’operazione. Ad aprile, dopo un attento scrutinio, è arrivato l’ok della Cma del Regno Unito. Il deal vale 6,2 miliardi di sterline, circa 8 miliardi di euro.

Anche il disco verde per l’accordo Amazon-Deliveroo è un salvataggio prezioso per l’azienda delle consegne che nei mesi scorsi aveva dichiarato che, con i ristoranti chiusi, l’attività era al lumicino e senza “nuovi finanziamenti di entità significativa” sarebbe stata costretta a uscire dal mercato.

Secondo il Financial Times Uber (attiva sul mercato del food delivery con il servizio Uber Eats) ha provato ad acquisire Deliveroo prima che arrivasse l’offerta di Amazon. Secondo Sky News Amazon avrebbe provato a comprare l’intera Deliveroo prima di “ripiegare” sul finanziamento.

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