Rete unica leva anti-digital gap. Intervenuta a Coffee Break su La7, la ministra dell’Innovazione, Paola Pisano ha sottolineato che “la rete unica è un progetto sicuramente interessante dal punto di vista della velocità con cui poter portare la connettività all’interno del nostro Paese”.
“Credo che l’obiettivo principale, al di là dell’assetto e del modello societario a cui si guarda, sta – ha spiegato la ministra – nel focalizzarci sulla velocità per riuscire a portare la connettività e arrivare in quelle ‘zone bianche’, ad alto fallimento di mercato, dove gli attori delle Tlc non hanno convenienza investire”.
Qui, ha sottolinea Pisano, “è lo Stato che deve aiutare a portare la connettività e anche velocemente”. Mentre, aggiunge, “nelle ‘aree nere’, dove c’è un alto ritorno di mercato, occorre spingere verso nuovi servizi e aiutare le aziende a usare la banda ultra larga, magari abbinandola a tecnologie innovative come il 5g”.
L’innovazione nella PA e il ruolo delle nuove reti
“Al cittadino serve maggiore connessione, nuovi dispositivi ma anche nuovi processi della PA – ha poi rilevato – Il via libera dell’Ue al voucher da circa 500 euro in base all’Isee è positivo ma non basta per aiutare le famiglie a iniziare a utilizzare i servizi e la connettività che noi portiamo con la banda ultralarga, un progetto che si sta svolgendo nel nostro Paese per portare una buona connettività a tutti. C’è bisogno di device, computer e strumenti facili per la didattica a distanza e ovviamente non c’è solo la tecnologia ma anche la Pa dovrà rivedere i processi. Adesso – dobbiamo stabilizzare in tutta Italia una connettività diffusa ovunque, anche nei Paesi di montagna”.
La ministra ha poi focalizzato l’attenzione sul cloud nazionale per raggiungere l’indipendenza tecnologica. “Abbiamo inserito nel decreto semplificazione e innovazione digitale una norma per creare un’infrastruttura cloud sicura dove noi come Pubblica amministrazione potremo mettere i servizi strategici per il Paese – ha ricordato – Poi Gaia X, un progetto a cui stiamo iniziando ad affacciarci con delle aziende italiane, una federazione di cloud fatta con Francia e Germania, per cominciare a cercare un’indipendenza su questa tecnologia a livello europeo, anche se non è una cosa che avviene dall’oggi al domani”.
Smart working
“Insieme alle parti sociali bisogna creare un quadro normativo che tuteli il lavoratore riguardo lo smart working ed il diritto alla disconnessione, di cui si sta parlando in diversi Paesi europei – ha puntualizzato – Significa che il lavoratore non deve lavorare h24 ma deve lavorare un quantitativo numero di ore per gli obiettivi che si prefigge la sua organizzazione ma poi deve staccare.