Le spedizioni globali di iPhone potrebbero subire un calo approssimabile tra il 25 e il 30% se l’azienda di Cupertino sarà costretta a rimuovere dall’App Store i social media cinesi interessati dal recente “ban” deciso dal presidente Usa Donald Trump nei confronti di TikTok e Wechat. E’ la previsione degli analisti che ha messo in allarme i mercati azionari asiatici, dove i titoli dei fornitori di Apple sono oggi protagonisti di bruschi ribassi. Soltanto per fare qualche esempio, Luxshare Precision Industry, il cui fatturato dipende per il 55% dalle forniture per Apple, ha registrato alla borsa di Shenzen un calo del 7,7% in apertura delle contrattazioni, per poi recuperare parzialmente fino a un -3,1%. Dinamica simile per GoerTek, che produce i componenti per gli AirPods, con il suo -4,7%.
L’ordine esecutivo di Donald Trump del 6 agosto, che entrerà in vigore 45 giorni dopo l’emanazione, proibisce ogni transazione finanziaria tra gli Stati Uniti e ByteDance, società a cui risponde TikTok, e con Tencent, a cui fa capo l’app di messaggistica istantanea WeChat. Nelle motivazioni del provvedimento del presidente Usa c’è la volontà di vietare in Usa applicazioni che la Casa Bianca considera “inaffidabili” e potenzialmente minacciose per la sicurezza nazionale statunitense. Gli Stati Uniti, così Trump ha motivato la decisione, “devono assumere azioni aggressive contro i proprietari di TikTok per proteggere la nostra sicurezza nazionale”, dal momento che il social tanto popolare tra giovani e adolescenti che consente di condividere brevi contenuti video potrebbe essere utilizzato per veicolare campagne di disinformazione a beneficio del Partito comunista cinese. Tra le accuse contro la piattaforma c’è anche quella di “raccogliere automaticamente una grande mole di dati dagli utenti”, mettendo la Cine in condizione di accedere “alle informazioni personali e proprietarie dei cittadini statunitensi”.
Proprio su TikTok, per rilenvarne le attività sul territorio Usa, stanno in queste settimane focalizzando la propria attenzione Microsoft e da ultimo Twitter, che mirano a chiudere un accordo prima che il ban diventi esecutivo, il 15 settembre.
“Con società madri con sede in Cina, applicazioni come TikTok e WeChat e altre, sono minacce significative per i dati personali dei cittadini statunitensi – aveva detto il 5 agosto incontrando i gironalisti e annunciando il progetto ‘Clean Network’ il segretario di Stato Usa Mike Pompeo – per non parlare degli strumenti per la censura dei contenuti del Partito Comunista Cinese”.