“Serve un progetto che sia in grado in tempi brevi di sbloccare ingenti investimenti diretti e indiretti, anche utilizzando le risorse messe a disposizione dall’Europa attraverso il Recovery Fund“. Lo afferma in un video-post pubblicato sul suo blog Beppe Grillo, co-fondatore e garante del Movimento 5 stelle, riferendosi all’eventualità della creazione di una “società unica delle infrastrutture e delle tecnologie digitali”. “Si deve puntare a creare un unico grande polo aggregatore delle migliori infrastrutture e tecnologie digitali utili a ridurre il divario digitale italiano – prosegue – Serve, in particolare, una società che sia in grado di sviluppare una rete moderna, capillare e sicura, e che abbia tutte le tecnologie attuali e prospettiche. E’ ora di fare scelte coraggiose, sostenendo lo sviluppo digitale dell’Italia con una visione industriale e di lungo periodo. Infrastrutture e competenze digitali, infatti, sono un elemento imprescindibile per rendere il nostro Paese competitivo sui mercati internazionali e generatore di sviluppo”.
“La creazione di una società unica delle infrastrutture e delle tecnologie digitali garantirebbe numerosi ed evidenti vantaggi, tra cui: l’accelerazione dell’installazione di reti e tecnologie fisse (fibra) e mobili (5G) sull’intero territorio nazionale a beneficio della collettività e delle imprese – prosegue Grillo – Questo processo genererebbe un ingente risparmio di risorse finanziarie, evitando duplicazioni di investimenti in infrastrutture in sovrapposizione; l’inversione del processo in atto da anni di destinazione di risorse sempre crescenti per rispettare i piani di rimborso del debito ed a favore di business poco profittevoli a discapito del sostegno ai piani di sviluppo dell’infrastruttura; la possibilità per gli altri operatori di conferire le loro infrastrutture rafforzando ulteriormente il progetto di ‘rete unica‘. La società unica delle infrastrutture e delle tecnologie dovrebbe avere come primo azionista un soggetto in grado di garantire l’indipendenza del network dai suoi utilizzatori, oltre che un orizzonte di investimento di lunghissimo periodo”.
“Questo risultato si potrebbe ottenere replicando il modello di successo delle importanti realtà che gestiscono le infrastrutture energetiche del Paese, nelle quali Cassa Depositi e Prestiti rappresenta il socio di riferimento in un contesto di azionariato diffuso – sottolinea ancora Grillo – La presenza di un’istituzione come Cassa Depositi e Prestiti sarebbe, infatti, sinonimo di stabilità nell’azionariato e garanzia di massicci investimenti per lo sviluppo dell’infrastruttura digitale del Paese”.
Su Tim il fondatore del M5S afferma che “ha subito un continuo depauperamento del valore intrinseco e del know how”, e sostiene la necessità di “invertire la rotta rispetto al passato”. Nel progetto di rete unica quindi “bisogna partire necessariamente da Telecom Italia, che rappresenta ancora oggi il principale operatore di telecomunicazioni del Paese. Negli ultimi anni, tuttavia – sottolinea – la gestione di Telecom è stata dettata da logiche finanziarie di breve termine, in quanto il management non ha avuto nessuna visione industriale di lungo termine”, con una “perdita intrinseca di valore della società per effetto della riduzione dei margini futuri, con un rischio enorme sulla sostenibilità futura della società anche in termini di posti di lavoro. Infatti, l’azionista di riferimento di Tim è un soggetto estero focalizzato sulle attività commerciali e sui contenuti media, e non ha come priorità un ambizioso piano di sviluppo infrastrutturale, di cui invece il Paese ha estrema necessità”.
“È ora arrivato il momento per Tim di invertire la rotta rispetto al passato, sviluppando una maggiore focalizzazione sulle attività tecnologiche, anche attraverso la separazione di tali attività dal resto del perimetro aziendale. In particolare – aggiunge Grillo – è fondamentale che Tim torni ad essere una realtà che investe pesantemente e in maniera integrata nelle tecnologie di comunicazione, sia attuali (come ad esempio la fibra ottica) che prospettiche (come ad esempio il 5G), anche congiuntamente con gli altri operatori del settore in chiave finalmente sistemica”. “Per realizzare questo progetto ambizioso – conclude – bisogna pensare di separare in due la società, mantenendo inalterato l’attuale organico. Bisogna dividere i servizi dalle infrastrutture creando finalmente due società separate. La prima società sarà focalizzata sulle attività commerciali e dei servizi verso i clienti finali. La seconda società sarà proprietaria di tutte le infrastrutture che comprendono: le torri di Inwit, la rete mobile (incluso il 5G), i data center, il cloud, la rete internazionale di Sparkle, e la società sulla fibra derivante dall’integrazione della rete fissa di Telecom con quella di Open Fiber“.
“Ci vuole un’ampia convergenza politica, istituzionale su questo piano industriale, ripeto: industriale. Non c’è destra o sinistra – conclude – dobbiamo essere d’accordo e proiettati nel futuro. Non possiamo essere sempre monitorati dal mondo come un paesino dalle scarse possibilità. Ce le abbiamo le possibilità”.