Tutelare la privacy degli utenti in Rete salvaguardando al contempo lo sviluppo dell’economia digitale: questa la sfida che attende i principali attori del web e più in generale tutte le aziende che fanno business e comunicano attraverso la Rete. Sul tema si sono accesi i riflettori della quarta edizione capitolina di Iab Events 2012, appuntamento organizzato da Iab Italia per stimolare il confronto tra istituzioni e industry. Il recepimento da parte dell’Italia della direttiva ePrivacy impone l’adeguamento alle nuove regole. E la Commissione Ue da parte sua si prepara a licenziare le linee guida sull’uso dei cookie. Lo scenario è dunque in continua evoluzione e per non rischiare l’impasse Iab ha deciso di mettere a punto uno “strumento” pronto all’uso, un framework per la pubblicità comportamentale online che ha l’obiettivo di incrementare la trasparenza e la scelta per gli utenti del web, all’interno della Ue e dell’Area Economica Europea. “La digital economy è una risorsa per il Paese, ma sono necessarie azioni concrete e allineate per assicurarne uno sviluppo sano, seppur nel rispetto della privacy degli utenti del web – ha sottolineato il presidente di Iab Italia Simona Zanette -. L’advertising online è una parte importante dell’economia digitale, che può offrire opportunità sempre nuove alle aziende per raggiungere il proprio target e alimentare il circolo virtuoso che nasce da un rapporto diretto tra domanda e offerta”.
Per aderire al Framework Iab – che nasce dalla collaborazione tra Iab Europe e le principali associazioni di advertising – c’è tempo fino al 30 giugno. Nello specifico, il Framework – i cui contenuti dettagliati sono stati illustrati durante l’evento capitolino da Fabiano Lazzarini, general manager di Iab Italia – prevede meccanismi grazie ai quali gli utenti possono agire nei confronti delle aziende sulla base di informazioni fornite sulla pubblicità comportamentale online e degli strumenti di controllo forniti tramite l’interfaccia web. Strumenti che vengono resi disponibili attraverso un’icona oppure tramite l’utilizzo del portale informativo (www.youronlinechoices.com/it) che consente agli utenti di scegliere se ricevere o meno la pubblicità personalizzata e quindi di gestire i cookies. Lo stesso Framework prevede inoltre meccanismi “premiali” per le aziende che rispettano i principi e che si dimostrano più trasparenti.
In occasione dell’evento Marc Vos, partner & managing director di The Boston Consulting Group, ha evidenziato come l’internet economy rappresenti un’importante opportunità di sviluppo per il nostro Paese e per la quale si prevede un tasso di crescita nominale al 2015 del 11,5%, che ci pone al primo posto tra i paesi appartenenti al G-20, ben superiore sia a quello inglese (+10,9%) che a quello tedesco (+7,8%).
Vantaggi non solo per l’economia nazionale ma anche vantaggi individuali, grazie al risparmio che si ottiene tramite gli acquisti on-line, pari al 20% per un valore medio annuo a persona stimabile in oltre 200 euro, cifra che arriva a toccare i 600 euro se si considera solo la parte più attiva dei “web-shopper” del nostro Paese. Vos ha ricordato come esista ancora un gap nell’accesso ai servizi internet-based sia di tipo generazionale (oltre i 35 anni di età) che culturale rispetto agli altri paesi europei. Ciò implica la necessità di adottare misure importanti da parte del legislatore come: la migrazione on-line della PA, la totale presenza online delle imprese italiane, l’imposizione di un regime Iva agevolato per l’e-commerce se non anche l’eliminazione, graduale, del denaro contante”.