Un’Agenzia per l’Italia digitale: è questa una delle principali novità contenute nel pacchetto “Misure urgenti per la crescita del Paese” approvato oggi dal Consiglio dei ministri. L’Agenzia unica avrà il compito di attuare gli obiettivi dell’Agenda digitale – il cui decreto attuativo, il Digitalia, è atteso nelle prossime settimane – ma anche a mettere ordine nella gestione dell’Ict pubblico. La nascita dell’Agenzia per l’Italia digitale fa infatti il paio con la soppressione di DigitPA (il Dipartimento per la digitalizzazione della PA della Presidenza del Consiglio) e dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione i cui compiti e funzioni vanno a confluire nella nuova Agenzia. In dettaglio sarà compito dell’Agenzia coordinare le politiche e le strategie di diffusione delle nuove tecnologie, assicurando la piena interoperabilità dei sistemi informatici della PA.
“Attraverso il lavoro svolto dall’Agenzia – si legge nel testo del decreto – il nostro Paese si dota dunque di un unico strumento strategico e operativo sul fronte dell’innovazione tecnologica, superando così il problema della frammentazione delle competenze e ponendo le basi per una programmazione unitaria e coordinata delle risorse sul fondamentale fronte dell’innovazione”. Si punta inoltre alla razionalizzazione della spesa pubblica informatica attraverso il coordinamento della gestione dei dati dell’Amministrazione statale, regionale e locale. “Dovranno obbligatoriamente essere pubblicati su Internet dati e informazioni relativi alle somme di danaro superiori a 1.000 euro erogate a qualsiasi titolo (forniture, consulenze, sovvenzioni, contributi e incentivi) dalla pubblica amministrazione o soggetto ad essa funzionalmente equiparato (concessionari di servizi pubblici o società a prevalente partecipazione o controllo pubblico) a imprese e altri soggetti economici”, si legge nel testo.
“Il decretone (61 gli articoli del pacchetto, ndr) è fatto di misure prese di concerto con tutti i ministeri. L’insieme delle misure dovrebbero avere un impatto rilevante capace di portare risorse al mondo delle infrastrutture, intorno ai 40-45 miliardi”, commenta il ministro dello Sviluppo Corrado Passera. “Ci sono mobilitazioni di investimenti, dal piano città allo sblocco molti cantieri, all’agenda digitale che possono ampiamente superare i 30-35 miliardi”.
Confermato, come già annunciato dei giorni scorsi, lo slittamento al 31 dicembre 2013 dell’entrata in vigore del Sistri, il sistema informatico per la tracciabilità dei rifiuti “per consentire i necessari accertamenti sul funzionamento”, si legge nel testo. “Vengono sospesi il termine di entrata in operatività del sistema per un massimo di 12 mesi e i conseguenti adempimenti delle imprese, ferma restando la disciplina di controllo preesistente”.
Per dare slancio alle iniziative imprenditoriali il decreto prevede anche la semplificazione ed accelerazione di Industria 2015. “Si interviene per rendere più spedite le procedure amministrative per l’erogazione delle ingenti risorse disponibili per le imprese ma non ancora erogate, disponendo allo stesso tempo termini perentori pena revoca e decadenza dai benefici, per l’avvio degli investimenti e per la presentazione della documentazione in caso di inadempimento dell’impresa beneficiaria”. 232 le iniziative interessate, relative essenzialmente a filiere o reti di imprese, che possono comportare l’erogazione di oltre 846 milioni di euro concedibili.
“Mi sono dimesso nel novembre scorso indicando al Governo la necessità di cancellare parte delle funzioni dell’Agenzia per l’innovazione, per le quali era da considerarsi un Ente inutile, valorizzandone altre, di successo e profittevoli per l’Italia. Ora viene fusa nel posto sbagliato, con i soggetti sbagliati, esaltando proprio ciò che è inutile e umiliando quel che è prezioso”, commenta Davide Giacalone, Presidente dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione.
“L’istituzione dell’Agenzia per l’Italia Digitale, inserita non a caso in un provvedimento del Governo sullo sviluppo, rappresenta un passo fondamentale per realizzare una governance efficace e razionale del processo di attuazione dell’Agenda digitale nel nostro Paese”, commenta Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale. “Questo provvedimento potrà avere effetti rilevanti non solo sulla crescita, ma anche nella direzione dello spending review. Oggi, infatti, l’azione delle PA in materia di digitalizzazione è contraddistinta da una forte frammentazione, per cui si continua a spendere nell’informatizzazione di parti del sistema, scollegate tra loro, con scarsi ritorni di efficienza e di risparmio. Con l’ente unico, a cui sono demandate funzioni di coordinamento, di indirizzo e regolazione, si potranno raggiungere importanti obiettivi di razionalizzazione del sistema, come la piena condivisione e interoperabilità tra le banche dati e la messa a disposizione di soluzioni standard per tutte le amministrazioni pubbliche. Abbiamo valutato che con il completo ricorso all’-e-procurement per gli acquisti della Pa, con la digitalizzazione end to end delle procedure pubbliche, con il recupero dell’evasione fiscale grazie all’interconnessione delle banche dati e dei misuratori fiscali, si potrebbero ottenere, a regime, risparmi dell’ordine dei 36 miliardi di euro”.