Dalla Regione Lazio scrivono una lunga lettera, con tanto di logo e bollo postale, per avvertirmi: sono in ritardo col pagamento della tassa automobilistica. Va bene, voglio pagare; datemi un sito, dove inserire la targa della mia auto e pagare con carta di credito. Che differenza c’è fra la tassa automobilistica e ogni altro acquisto online? Apparentemente nessuna. Invece no. Googlo “tassa automobilistica regione Lazio”. Mi compare il sito dell’Aci. Che cosa c’entra un club privato con la Regione? Devo scegliere fra perdere mezza mattinata all’ufficio postale oppure un’ora allo sportello della delegazione dell’Aci.
Il sito mi spiega che l’«Aci fornisce assistenza ai Soci ed agli Enti Pubblici in materia di mobilità, traffico, ambiente, turismo e sport”.
Mi rassegno. Vado alla “Delegazione Aci” che attua “e finalità dell’Ente” sovraccaricando 9,33euro alla tassa di 161,88, dei quali il “costo di esazione” è 1,87euro. Mi hanno sempre affascinato i decimali dei balzelli. Non sono mai cifre tonde. Mi piacerebbe conoscere quel misterioso personaggio che in un sottoscala buio e polveroso stabilisce la cifra di 1,87 euro e non 2.
Lo confesso: detesto gli uffici postali e aborro le Delegazioni Aci. Così mi espongo ai ritardi in questi pagamenti. Visto che ci sono, chiedo alla triste impiegata di là dal vetro:”Posso sapere se sono in regola con tutti i pagamenti?”. Si risveglia dal torpore e proclama:”Costa 3 euro!”. Volevi una cifra tonda? Eccola..
Le tasse sono una cosa bellissima, disse qualcuno. D’accordo, ma pagarne tante e coi sistemi che usavano ai tempi di Maria Antonietta, lo capite, significa sfidare la sorte.