Un supercomputer della Ibm, il Sequoia, si è guadagnato il titolo di “più veloce al mondo”, riuscendo a compiere 16 quadrilioni di calcoli a secondo. Il primato fissato dal mega pc, al ‘Lawrence Livermore National Laboratory’, in California, strappa il titolo che il giapponese Fujitsu ‘K’ aveva ottenuto lo scorso anno. Il Sequoia, che usa oltre 1,5 milioni di processori, può compiere in un’ora calcoli che richiederebbero l’impegno 24 ore al giorno per 320 anni a 6,7 miliardi di persone.
Oltre a Sequoia, Ibm conta al quarto posto a livello internazionale altre macchine all’avanguardia. C’è il sistema SuperMuc, il computer più veloce in Europa installato al Leibniz Supercomputing Center (Lrz). E’ un supercomputer commerciale raffreddato ad acqua calda, ad alte prestazioni, progettato per affiancare le attività di ricercatori e istituti industriali in tutta Europa.
Il nuovo sistema “SuperMuc” dell’Lrz è stato costruito con server Ibm System x iDataPlex Direct Water Cooled dx360 M4, dotati di oltre 150.000 core, per fornire prestazioni massime fino a tre petaflops, equivalenti al lavoro di più di 110.000 personal computer. La nuova forma di tecnologia di raffreddamento ad acqua calda, inventata da Ibm, consente la costruzione di un sistema 10 volte più compatto, con un sostanziale miglioramento delle prestazioni di picco, a fronte di un consumo energetico del 40% inferiore rispetto a una macchina equiparabile raffreddata ad aria.
Queste prestazioni serviranno ad accelerare un ampio spettro di ricerche – dalla simulazione del flusso sanguigno dietro una valvola cardiaca artificiale all’ideazione di aerei più silenziosi, alla scoperta di nuovi elementi di conoscenza nella geofisica, inclusa la comprensione dei terremoti. Il sistema SuperMuc è collegato inoltre a potenti sistemi di visualizzazione, incluso un grande power wall 4K stereoscopico e un ambiente virtuale immersivo (o Cave) a cinque lati per visualizzare insiemi di dati 3D da campi, quali scienze della terra, astronomia e medicina.
Al settimo posto della classifica, c’è il sistema di calcolo Fermi, installato al Cineca (Consorzio interuniversitario italiano per il supercalcolo) nel giugno 2012 per la ricerca scientifica e industriale italiana ed europea. Grazie al sostegno del Ministero dell’istruzione dell’Università e della Ricerca, con Fermi l’Italia fa il suo debutto fra le prime dieci posizioni della Top500 e diventerà Tier0 nell’ambito della partnership europea Prace. Fermi è un Ibm Blue Gene/Q composto da 10.240 sockets PowerA2, 1.6GHz di frequenza, ciascuno con 16 core, per un totale di 163.840 computing core e una peak performance di sistema di 2,1 PFlops. Ogni processore è dotato di 16Gbyte di Ram (1 GByte per core). Completa l’installazione un sottosistema di I/O storage altamente performante con una capacità nell’ordine dei 10Pbyte e una bandwidth superiore a 100 GByte/s. Per ospitare il sistema Fermi, particolare attenzione è stata data alla progettazione della infrastruttura di raffreddamento del data center del Cineca, realizzata con una combinazione di raffreddamento a liquido e raffreddamento ad aria. La combinazione della infrastruttura del data center con l’alto livello dei Flops per Watt del BG/Q ha come risultato un Pue estramamente efficace, nell’ordine di 1.15.