Il Consiglio dell’Agcom ha chiesto il parere dell’Avvocatura di Stato sulla complessa materia giuridica derivante dalla sentenza della Corte di Giustizia europea che ha “bocciato” la legge Gasparri dopo un ricorso di Vivendi nel braccio di ferro con Mediaset. Per diversi giorni la questione resterà quindi in stand by e l’Agcom, acquisito il parere, analizzerà eventuali revisioni della sua delibera basata sul Testo unico per il settore delle telecomunicazioni e radiotelevisivo (Tusmar) allegato alla legge.
Sul tavolo dell’Authority ci sono diverse opzioni. L’Agcom potrebbe o annullare la delibera originaria contro la quale si è appellata Vivendi o sterilizzarne gli effetti in attesa del pronunciamento del Tar a dicembre oppure non sterilizzare gli effetti della delibera e aspettare ugualmente che il Tribunale amministrativo, cui si erano rivolti i francesi contro l’Agcom, prenda una decisione.
I tempi dunque si potrebbero allungare e non è da escludere che il dossier passi di mano al nuovo Consiglio dell’Autorità che si insedierà dopo il via libera del Parlamento alla nomina di Giacomo Lasorella alla presidenza e l’emanazione del decreto del Presidente della Repubblica. Via libera che intanto oggi è arrivato dalla commissione Lavori Pubblici di Palazzo Madama: il voto favorevole alla proposta del Governo ha superato la prescritta quota dei due terzi della Commissione.
In audizione alla Camera e al Senato, Lasorella aveva evidenziato come la questione delle reti si intersechi con la questione della concorrenza e del pluralismo dei contenuti anche “alla luce della recente decisione della Corte Ue e anche con la necessità di rivedere alcune disposizioni del Tusmar”.
La sentenza della Corte Ue
Lo scorso 3 settembre la la Corte di giustizia Europea ha dato ragione a Vivendi nella battaglia legale in corso contro Mediaset. Dopo il pronunciamento del tribunale di Amsterdam, anche quello favorevole ai soci francesi, è arrivato quello della corte di Giustizia europea che ha risposto al Tar del Lazio sulla compatibilità delle norme italiane in materia radiotelevisiva, in particolare dell’articolo 43 della legge Gasparri, il cosiddetto Tusmar, il Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, con le normative Ue.
“La disposizione italiana che impedisce a Vivendi di acquisire il 28% del capitale di Mediaset – recita la sentenza – è contraria al diritto dell’Unione”. Nello specifico, tra i vari ricorsi messi in campo, Vivendi aveva impugnato davanti al Tar la delibera dell’Agcom basata sulla normativa italiana che imponeva ai francesi di congelare la propria quota in Mediaset sotto il 10%. “La disposizione di cui al procedimento principale ha ristretto la libertà di Vivendi di stabilirsi in Italia, impedendole di influire maggiormente sulla gestione di Mediaset mediante un’acquisizione di partecipazioni superiore a quella che essa aveva previsto. Essa costituisce quindi una restrizione alla libertà di stabilimento ai sensi dell’articolo 49 Trattato di funzionamento dell’Ue”.