Quando Huawei ha intrapreso la sua attività come piccola azienda nel 1987, la posizione della tecnologia non era così importante come oggi. Inizialmente, i prodotti dovevano essere competitivi, nel senso che le proprietà tecnologiche dovevano essere al livello degli altri prodotti della concorrenza. Per raggiungere questo obiettivo, la migliore strategia tecnologica è la cosiddetta strategia “fast follower“. Si tratta di una strategia orientata al numero uno e al numero due del mercato, nonché alla valutazione delle proprietà dei relativi prodotti.
Huawei e la strategia tecnologica
L’indizio in questa strategia di fast follower è che si è in grado di trovare una soluzione competitiva subito dopo l’ingresso sul mercato del numero uno o due. Se si è troppo lenti, si perde l’opportunità di mercato. D’altra parte, però, è possibile concentrarsi dal punto di vista della R&S sulla ricerca applicata e dello sviluppo dei prodotti. In tal caso non è necessario investire nella ricerca di base o addirittura fondamentale. Concentrarsi su una ricerca più fondamentale, come necessario per l’orizzonte 3 (si veda figura a seguire) e il suo investimento viene fatto principalmente dal numero uno e due nel mercato.
Indicazioni per la ricerca
Traendo spunto dalle nostre principali attività, consumatori, reti di comunicazione e IT, dobbiamo chiederci quali tecnologie svolgeranno un ruolo fondamentale nei prossimi 5-15 anni. La ricerca a breve termine dovremmo farla noi stessi, mentre la ricerca a medio termine dovrebbe essere fatta in collaborazione con i partner e la ricerca a più lungo termine dovrebbe essere esternalizzata ai nostri partner.
Cercando all’orizzonte anche le potenziali tecnologie dirompenti possiamo raggruppare tre domande fondamentali:
- Cosa occorre ricercare per un futuro sistema di comunicazione?
- Cosa occorre esaminare considerando che la legge di Moore sta andando in fase di saturazione e che la classica architettura von-Neumann non è più adatta a molti casi d’uso, soprattutto nell’IA?
- Che cosa occorre esaminare per una potenziale “era post smartphone”?
La figura a seguire mostra uno scenario in cui il cellulare viene sostituito principalmente da occhiali intelligenti che consentono di tenere le mani libere e di utilizzare applicazioni di realtà virtuale. Gli apparecchi acustici fungono da interfaccia per i servizi e possono anche tradurre lingue parlate. Le persone che preferiscono ancora i cellulari possono usare dispositivi flessibili e pieghevoli che sono molto comodi, mentre i mini-droni possono fare selfie del proprietario dall’alto.
Tuttavia, alla base di questo scenario c’è una tecnologia orizzontale che sarà un elemento chiave per il consumatore, per le future reti di comunicazione e per il funzionamento del cloud, ma che ha anche collegamenti diretti con il “reboot computing”, ovvero l’Intelligenza Artificiale. Questo può rivoluzionare l’uso e i servizi dei dispositivi di consumo, ridurre l’Opex delle operazioni di rete e del cloud, ma può anche fornire risposte su alcune domande di base sul 6G, ad esempio l’IA per la stima del collegamento radio, per costruire nuovi encoder o migliorare la localizzazione. Per questo motivo dobbiamo considerare l’IA come una vera e propria tecnologia abilitante chiave che richiede la massima attenzione.
Conclusioni
Supponendo che avremo bisogno di partner di ricerca eccellenti per padroneggiare questa tecnologia abilitante fondamentale, si può vedere dalla figura a seguire che negli ultimi 20 anni l’Europa ha registrato più pubblicazioni sull’IA di qualsiasi altra regione del mondo. Una delle ragioni è che l’Europa ha iniziato molto presto con la ricerca sull’IA (più di 40 anni fa), l’altra, invece, è che l’Europa sta adottando un approccio olistico che coinvolge anche le scienze SSH non tecniche. L’Europa è quindi una fonte unica di ricercatori all’avanguardia nel settore dell’IA con cui collaborare e partecipare a questo eccellente ecosistema di ricerca.