Una newco pubblico-privata a tre per la Ngn italiana? A giudicare dalle smentite di Telecom Italia – “ipotesi destituite di ogni fondamento” – si tratterebbe solo di un tam tam mediatico. E non è bastato nemmeno il chiarimento di Franco Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti – “non è stato fissato alcun incontro con l’Ad Marco Patuano” – a spegnere le voci di una possibile liaison fra la Cassa, la società presieduta da Franco Bernabè e Metroweb. Una cosa è certa: al mercato piace l’ipotesi “Opac”, quella che prevede lo scorporo e il conferimento del ramo d’azienda (quello della rete) attraverso la creazione di una società controllata internamente da Telecom Italia. E ne è dimostrazione l’impennata del titolo in Borsa, almeno nella giornata di ieri: Telecom Italia è stata la migliore blue chip con un balzo del 7,88% a 0,726 euro per azione.
Sul progetto continua il balletto dei numeri. Secondo le stime messe nero su bianco da MF, Cdp entrerebbe nella newco attraverso un aumento di capitale per 3 miliardi di euro. Da parte sua Telecom vedrebbe remunerata la rete per un controvalore di 12 miliardi (meno dei 15 attesi) e Metroweb porterebbe in dote asset per un valore di 700 milioni (500 milioni secondo il Sole 24Ore). Telecom Italia avrebbe la maggioranza della newco per una quota del 75% e godrebbe di un più veloce deleverage (3 miliardi) che stando alle stime di Equita porterebbe il rapporto debito/ebitda a 2,6 volte (dall’attuale 2,3). Ma dall’altro lato la società godrebbe di un minore cash flow considerato che si priverebbe di circa un quarto della rete di accesso.