IL REPORT

Lavoro: 2,4 milioni di posti entro il 2024. Le competenze tecnico-scientifiche e digitali al top

Stando alle stime di Unioncamere si aprono molte opportunità per laureati, diplomati e persone con qualifica professionale. Ma sarà fondamentale strutturare adeguatamente l’offerta formativa in particolare degli Its

Pubblicato il 11 Set 2020

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Saranno le competenze tecnico-scientifiche e le skill digitali a spingere il mercato del lavoro di qui al 2024. È quanto emerge da un report di Uniocamere che ha stilato la classifica dei profili più richiesti nei prossimi anni.

“Il forte incremento previsto per la domanda di profili laureati, da una parte, e di qualifiche professionali dall’altra parte, conferma gli effetti di polarizzazione del mercato del lavoro che conseguono alle grandi trasformazioni in atto, dove sono sempre più necessarie competenze tecnico-scientifiche elevate e capacità digitali”, si legge nel report. “Questo fenomeno sta comportando per i diplomati una riduzione delle opportunità lavorative; i lavoratori senza un titolo universitario hanno una maggiore probabilità di essere impiegati in occupazioni di bassa competenza. In questo contesto diventa fondamentale strutturare adeguatamente l’offerta formativa degli istituti professionali e rafforzare l’intera filiera dell’istruzione tecnica superiore (ITS). Nei paesi con forti sistemi formativi “duali” è stato favorito l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani dotandoli delle competenze chiave che sono immediatamente richieste dalle imprese”.

2,4 milioni di posti di lavoro fra il 2020 e il 2024

In dettaglio Unioncamere stima che saranno 900mila i laureati che troveranno lavoro entro 4 anni. A questi si aggiungeranno 900mila diplomati e oltre 680mila persone con qualifica professionale. “Ma proprio per gli indirizzi di formazione e istruzione professionale si prospettano le maggiori difficoltà, visto che, in 4 casi su 10, non saranno disponibili sul mercato”, evidenzia Unioncamere.  Nel quinquennio 2020-2024 i laureati e i diplomati dovrebbero rappresentare nel complesso il 69% del fabbisogno occupazionale – con una quota particolarmente elevata richiesta dal settore pubblico, pari al 92% – mentre il personale con qualifica professionale peserà per il 26% (quasi esclusivamente destinato ai settori privati). Per un ulteriore 5% di fabbisogno di personale non sarebbe necessaria una particolare qualifica o titolo di studio.

I titoli di studio più richiesti per trovare lavoro

Per quanto riguarda i laureati (34% della domanda) tra i principali indirizzi universitari richiesti nel quinquennio 2020-2024 emergono l’indirizzo medico-paramedico, per cui si stima saranno necessari 173mila unità. Al secondo posto si piazza l’indirizzo economico (119mila unità), poi ingegneria (117mila unità), insegnamento e formazione (104mila unità comprendendo scienze motorie) e l’area giuridica (88mila unità).

Ma si potrebbero verificare a livello nazionale situazioni di carenza nell’offerta di competenze medico-sanitarie (con 13.500 figure mancanti mediamente ogni anno), come nei diversi ambiti scientifici e dell’ingegneria. Mentre al contrario eccedenze di offerta si potrebbero verificare negli ambiti politico-sociale o linguistico, si legge nel report.

Riguardo al fabbisogno di diplomati (35% del totale), ripropongono la preminenza dell’indirizzo amministrativo, con un fabbisogno stimato nel quinquennio di 260mila unità, seguito da industria e artigianato, che richiederà 243mila diplomati (per il 39% nell’indirizzo meccanico e per il 24% nell’elettronica), dai licei (137mila unità), turismo (78mila unità) e socio-sanitario (66mila unità).

“In generale, il mismatch domanda-offerta per l’istruzione e formazione professionale si presenta eclatante, essendoci un’offerta complessiva in grado di soddisfare solo il 60% della domanda potenziale (fabbisogno medio annuo di 137mila unità contro un’offerta annuale di appena 85mila unità), con situazioni ancora più critiche per gli indirizzi della meccanica, del legno-arredo, della logistica e dell’edilizia”.

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