INNOVAZIONE

Smart road, l’Italia accelera: via ai test sui veicoli “non omologati”

L’Osservatorio del Mit dà il via libera alla sperimentazione di auto connesse, anche se prive di volante e pedaliere. In pista la startup italiana Next Future Transportation

Pubblicato il 16 Set 2020

smart-road

L’Italia accelera sui veicoli innovativi e connessi. Nella sua prima Relazione Annuale l’Osservatorio del Mit per le smart road e per il veicolo connesso e a guida automatica dà il via libera alla “possibilità di sperimentare su strada pubblica anche mezzi di trasporti innovativi, oggi non omologati nè omologabili secondo le attuali norme nazionali e internazionali di settore”.

Si tratta di mezzi che non hanno uno schema classico rispetto al normale veicolo omologato oggi in circolazione: ad esempio non dispongono di un volante, di una pedaliera.

“Il Ministero – si legge nella Relazione – accogliendo con favore le molteplici esigenze manifestate dal settore automobilistico, e consapevole che le norme devono necessariamente accompagnare in modo adeguato, se non addirittura precedere, per quanto possibile, l’innovazione tecnologica, ha già predisposto, con il fondamentale ausilio dell’Osservatorio, un aggiornamento del decreto Smart Road, in fase di ultimazione del suo iter”.

Nel valutare la possibilità di autorizzare la sperimentazione su strada pubblica di questi mezzi innovativi, l’Osservatorio si impegna a garantire che il livello di sicurezza stradale nel corso delle sperimentazioni rimanga alto, focalizzando la sua attenzione anche all’importante tema della sostenibilità intesa sotto molteplici aspetti (economica, ambientale, sociale) e verso lo sviluppo del settore dell’industria e della ricerca.

Le startup in pista

Nella relazione si evidenzia la presenza di una start up italiana, la Next Future Transportation con sede a Padova, già attiva a livello internazionale e interessata a sperimentare i suoi mezzi innovativi anche in Italia. Nello specifico, il mezzo di trasporto su strada denominato “Next” mira a sviluppare un nuovo sistema di trasporto pubblico locale, sostenibile, intelligente e flessibile in quanto adattabile alle esigenze della collettività. “Nelle more del perfezionamento della relativa disciplina che ne consentirà la sperimentazione su strada pubblica in Italia, rappresentanti della società hanno incontrato alcuni membri dell’Osservatorio, approfondendo questioni prettamente tecniche e giuridiche”, spiega la relazione.

Anche la compagnia francese Navya, azienda produttrice di mezzi di trasporto autonomi e fornitrice di soluzioni innovative di mobilità intelligente e condivisa, è fortemente intenzionata a sperimentare sulle strade pubbliche italiane i propri shuttle bus chiamati “Autonom Shuttle”, così come già avviene da tempo in molti altri Paesi del mondo, Europa inclusa.

Navya ha colto l’occasione della sua presenza in Italia nel marzo 2019 per presentare il mezzo anche ad alcuni rappresentanti del MIT e dell’Osservatorio, approfondendone il funzionamento e l’avanzata tecnologia, soprattutto in termini di sicurezza stradale.

L’interesse dei Comuni

Diversi sono i Comuni che hanno già manifestato il loro interesse a dare avvio alle sperimentazioni di questo mezzo nelle proprie strade pubbliche, per mettere a disposizione dei cittadini uno o più veicoli d’avanguardia nel trasporto pubblico locale.

Il Comune di Merano, ad esempio, ha ultimamente sperimentato questo mezzo su uno specifico tratto di strada chiuso al traffico, fornendo altresì un servizio innovativo di trasporto pubblico urbano di massa.

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