Semplificare a armonizzare il rilascio dei permessi per la posa delle reti a banda ultralarga fissa e mobile. Facilitare l’accesso agli edifici pubblici e privati. Mettere a disposizione delle telco un “Single information point” per verificare la disponibilità di infrastrutture esistenti. E, ancora, dare il via a studi per verificare l’impatto ambientale al fine di favorire il risparmio energetico. E incentivare il 5G attraverso aste a “prezzi ragionevoli” nei Paesi ancora indietro con le gare. Queste, in sintesi, le misure messe nero su bianco nella nuova Raccomandazione Ue che CorCom ha potuto visionare in anteprima e che sarà annunciata ufficialmente nei prossimi giorni.
La “Toolbox europea per la riduzione dei costi di realizzazione delle reti” (in fibra e 5G) sarà dunque la nuova “cassetta degli attrezzi” a cui i governi dovranno fare riferimento di qui in avanti. Indicata anche la roadmap: entro aprile 2021, tutti gli Stati membri dovranno sottoporre alla Commissione europea il proprio piano di adozione e recepimento della toolbox ed entro aprile del 2022 bisognerà inviare un resoconto sulle attività effettuate e lo stato di avanzamento dei progetti.
“La pandemia ha cambiato le prospettive economiche per gli anni a venire. Investimenti e riforme sono più che mai necessari per garantire la convergenza e un equilibrio in particolare nei settori delle politiche verdi, digitali e sociali, per migliorare la resilienza e contribuire a creare posti di lavoro e crescita sostenibile – si legge nella Raccomandazione -. Gli Stati membri dovranno poter sfruttare appieno il potenziale garantendo al contempo una spesa pubblica efficiente e creando le condizioni più adatte per gli investimenti privati. A tal fine, questa Raccomandazione fornisce orientamenti agli Stati membri che sono in procinto di progettare le loro proposte e indica come si possono applicare misure semplici e realistiche per assegnare lo spettro radio per le reti di quinta generazione (5G) a condizioni favorevoli per gli investimenti e come facilitare la diffusione di reti fisse e wireless ad altissima capacità rimuovendo gli ostacoli amministrativi non necessari e semplificando le autorizzazioni e le procedure di concessione”.
Ai sensi dell‘articolo 7 della Direttiva sulla riduzione dei costi della banda larga, gli Stati membri devono garantire che le autorità competenti prendano decisioni relative a tutte le autorizzazioni necessarie entro 4 mesi, prorogate eccezionalmente solo a fronte di casi eccezionali, che dovranno essere debitamente giustificati, o per rispettare altri termini o obblighi previsti dal diritto nazionale. “Per evitare procedure incoerenti a livello Ue, gli Stati membri dovranno cercare di facilitare il rispetto dei quattro mesi come termine per la concessione o il rifiuto di tutti i permessi necessari e devono anche identificare insieme le migliori pratiche per razionalizzare ulteriormente le procedure di rilascio delle autorizzazioni, come il silenzio-assenso o procedure di approvazione e autorizzazione semplificate”, si legge nella Raccomandazione.
L’Italia attraverso il Decreto Semplificazioni (qui l’articolo 38 dedicato alle misure per le reti) è sulla giusta strada considerato che la modalità del silenzio-assenso per evitare lungaggini autorizzative è la soluzione individuata dal governo in particolare sul fronte del roll out delle reti 5G anche in considerazione delle numerose ordinanze anti-5G che stanno proliferando nel nostro paese che rischiano di compromettere il vantaggio acquisito con le sperimentazioni che si sono concluse a giugno scorso.
Per ridurre gli oneri amministrativi e snellire le procedure di rilascio delle autorizzazioni, l’Europa spinge l’uso di procedure elettroniche e del cosiddeetto Punto di informazione unico. “Gli Stati membri dovrebbero riflettere su come un singolo punto di informazione potrebbe diventare un efficace punto di ingresso per la presentazione elettronica delle richieste di permessi a tutti i livelli amministrativi”, si legge nella Raccomandazione.