La Commissione europea investirà un quinto del Recovery Fund (Next Generation Eu), ovvero 150 miliardi di euro sul totale di 750 miliardi, in progetti digitali per garantire all’Europa la leadership tecnologica. Lo ha dichiarato la presidente dell’esecutivo Ue Ursula von der Leyen delineando di fronte al Parlamento europeo le priorità sull’agenda della Commissione nel suo primo discorso sullo Stato dell’Unione 2020.
Uno degli obiettivi sarà realizzare una copertura capillare della banda ultralarga: “Non è ammissibile che il 40% delle persone che vivono nelle aree rurali non abbiano accesso alla banda larga”, senza la quale “non è possibile né creare né gestire un’azienda”, ha affermato von der Leyen. “La spinta degli investimenti di Next Generation Eu servirà a portare la banda larga fino all’ultimo villaggio.
Focus anche sullo sviluppo del 5G, del 6G e della fibra: il prossimo decennio deve essere il decennio europeo del digitale, ha affermato von der Leyen. Nel programma dell’esecutivo Ue ci sono dunque il “completamento della rete nazionale di telecomunicazioni in fibra ottica”, interventi “per lo sviluppo del 5G”, la realizzazione di datacenter e cloud e l’arrivo dell’ Identità Digitale Unica per cittadini e imprese europei.
Supercomputer e chip Made in Europe
Von der Leyen ha anche annunciato investimenti per 8 miliardi nella prossima generazione di supercomputer: “Sarà la tecnologia di punta Made in Europe”, ha detto. “Vogliamo che l’industria europea sviluppi il nostro microprocessore di nuova generazione che ci consentirà di utilizzare i crescenti volumi di dati in modo sicuro e efficiente dal punto di vista energetico”.
Von der Leyen ha affermato che l’Europa vuole mettersi “alla guida dell’era digitale e farlo alla maniera europea: secondo i nostri valori, la nostra forza e le nostre ambizioni globali”. L’Ue vuole assumere la leadership nella trasformazione digitale puntando sulle tecnologie di avanguarda, i dati e le infrastrutture.
“Le chiavi saranno tre”, ha sottolineato von der Leyen: “La gestione dei dati industriali, la creazione di una identità digitale europea, migliori infrastrutture per le aree rurali”.
I dati industriali e il cloud europeo
Sui dati von der Leyen ha detto che “L’Europa è stata troppo lenta e ora dipende da altri, ma questo non può ripetersi per i dati industriali. E qui c’è una buona notizia: in questo campo l’Europa è leader, abbiamo la tecnologia e l’industria di cui abbiamo bisogno. Ma la partita non è ancora vinta”, ha chiarito. La quantità di dati industriali nei prossimi 5 anni “si moltiplicheranno per quattro” e quindi “ora dobbiamo aiutare le nostre aziende, le Pmi, le start up e i ricercatori. I dati industriali valgono oro quando si tratta di mettere a punto nuovi servizi e prodotti”.
Al momento, tuttavia, l’80% dei dati industriali che vengono raccolti non vengono utilizzati”, ha continuato von der Leyen, impegnandosi al salto di qualità per la data economy europea. E anche per un cloud europeo che li raccolga e protegga: “Abbiamo bisogno di spazi per i dati comuni e per questo nel Next Generation Eu creeremo un cloud europeo sulla base di Gaia X”.
Norme antitrust: colossi digitali nel mirino
Bruxelles intende inoltre rivedere le norme comunitarie antitrust alla luce delle nuove sfide globali: nel mirino ci sono in particolare le fusioni multi-miliardarie, gli aiuti statali alle aziende private e le multinazionali che operano nei paesi dell’Unione affinché siano soggette alle stesse regole che vigono per tutte le altre aziende. Il riferimento ai colossi del digitale come Google, Amazon e Facebook è chiaro.
Nuova strategia industriale nel 2021
“Abbiamo presentato a marzo la nostra nuova strategia industriale per assicurarci che la nostra industria possa mettersi alla guida della transizione green e digitale, due trasformazioni che camminano appaiate”, ha continuato von der Leyen nel discorso sullo Stato dell’Unione. “Gli scorsi sei mesi non hanno fatto che accelerare questa trasformazione – in un momento in cui il panorama competitivo globale sta profondamente cambiando”.
Per questo, ha proseguito la presidente della Commissione europea, “aggiorneremo la nostra strategia industriale nella prima metà dell’anno prossimo e adatteremo il nostro quadro normativo sulla concorrenza, che pure deve tenere il passo con la trasformazione digitale”.
“Il prossimo decennio deve essere il decennio europeo del digitale e abbiamo bisogno di un piano comune per l’Europa digitale con obiettivi ben definiti al 2030 nell’ambito della connettività, delle competenze digitali e dell’amministrazione pubblica“, ha indicato ancora von der Leyen. “E abbiamo bisogno di principi chiari: diritto alla sfera privata, diritto all’accesso, libertà di espressione, tutela dei dati, cybersicurezza“.
Lo Stato dell’Unione
La presidente della Commissione ha illustrato di fronte agli eurodeputati i risultati delle misure adottate da Bruxelles per mitigare la crisi sanitaria ed economica del Covid-19 e delineato la sua visione sui temi più rilevanti della politica europea dell’immediato futuro, dalla ripresa economica alla lotta al cambiamento climatico. Von der Leyen ha dunque toccato nel suo discorso numerosi punti chiave, come l’inquinamento atmosferico, i diritti umani, le migrazioni, la Brexit. Per le politiche green ha fissato l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, alzando il target rispetto all’attuale 40%.
Von der Leyen ha detto che ci sarà un nuovo approccio alle migrazioni con un “nuovo patto” e ha chiesto ai paesi-membro di fare la loro parte.
La presidente ha promesso un’Ue più attiva di fronte agli eventi globali e garantito che non tollererà compromessi su diritti umani, discriminazione e odio.
Sulla Brexit von der Leyen ha ammonito il Regno Unito riguardo all’accordo già ratificato sulla “separazione”: “Non può essere modificato in modo unilaterale, né può essere disatteso. È una questione di legge, trust e buona fede”.