IL PIANO

Recovery Plan, web tax leva strategica per la ripartenza dell’Italia

Nelle linee guida del Piano nazionale di ripresa e resilienza il governo accende i riflettori sulla riforma fiscale: “Strumento chiave per accompagnare la politica industriale e spingere gli investimenti innovativi”

Pubblicato il 16 Set 2020

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La web tax leva di ripartenza post Covid. Come si legge nelle linee guida del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) “le scelte fiscali dovranno supportare la politica industriale nel processo di riconversione successivo alla crisi sanitaria e accompagnare il cambiamento in senso sostenibile, agevolando le produzioni in quei settori dove l’emergenza epidemiologica ha evidenziato una carenza produttiva a fronte di una evidente necessità per gli approvvigionamenti nazionali”.

In questo senso, avendo la crisi epidemiologica impresso una forte accelerazione ai processi di digitalizzazione e “reso ancora più cogente l’esigenza di rispondere alle sfide fiscali poste dalla digitalizzazione dell’economia. In questa prospettiva, assume un rilievo ancora maggiore il negoziato che sta proseguendo in sede Ocse sulla riforma della tassazione delle multinazionali, incluse quelle digitali”.

L’obiettivo fissato in sede G20 è la sottoscrizione, entro fine anno, di un accordo politico sulla parziale modifica dei criteri di allocazione internazionale della base imponibile societaria per ridurre le possibilità di profit shifting delle multinazionali e sull’introduzione di un livello minimo di tassazione effettiva per le stesse imprese.

Nel 2019 i giganti del web (Google, Amazon, Facebook, Apple, Airbnb, Uber e Booking.com) hanno versato complessivamente all’Agenzia delle entrate 42 milioni di euro. Il “bottino” dell’erario – dopo che l’intervento della procura ha costretto i big hi-tech a patteggiare arretrati erariali per quasi un miliardo – è cresciuto rispetto agli 11 milioni complessivi raccolti nel 2016.

Il governo, nelle linee guida sul Piano nazionale di ripresa e resilienza inviate ieri sera alla Camera, conferma quanto emerso dalle bozze nei giorni scorsi, ovvero l’intenzione di rafforzare gli investimenti e quantomeno di raddoppiare il tasso di crescita medio del Paese, portandolo in linea con la media Ue.

Nelle 73 pagine del documento vengono illustrate le sei missioni dell’esecutivo: digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione, formazione, ricerca e cultura; equità di genere, sociale e territoriale; salute.

Le sfide sono migliorare la resilienza e la capacità di ripresa dell’Italia, ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica, sostenere la transizione verde e digitale e innalzare il potenziale di crescita di crescita dell’economia e la creazione di occupazione. Su questo fronte viene ribadito l’obiettivo di conseguire un aumento del tasso di occupazione di 10 punti percentuali.

I regolamenti di Next Generation EU non entreranno in vigore prima del 2021, ma il Governo, allo scopo di avviare un dialogo informale con la Commissione Ue, ha già approntato delle linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ieri sera l’esecutivo le ha condivise con la Camera per avviare una collaborazione fra le istituzioni in una fase programmatica che rappresenta uno “snodo strategico”.

Di seguito le linee guida principali di intervento delineate nelle 73 pagine che compongono il documento, fra la lettera del premier Giuseppe Conte, il testo e le 32 slide.

Investimenti pubblici

L’esecutivo evidenzia la “necessità di politiche che consentano di ampliare gli incentivi e le risorse, al fine di ripristinare un livello adeguato di investimenti e di infrastrutture”. Per questo “importanti misure di sostegno agli investimenti saranno introdotte nel breve periodo per accelerare l’uscita del Paese” dalla crisi. A queste saranno affiancate “tutte le azioni necessarie per garantire appalti pubblici efficienti, trasparenti e con tempi certi”. Per coinvolgere risorse private, “laddove ne sussistano i presupposti, nel settore della realizzazione di infrastrutture di pubblica utilità”, si ricorrerà anche a “schemi di partenariato pubblico-privato”. Sulle concessioni autostradali, poi, “si dara’ ulteriore impulso al processo di revisione” e la rete “dovra’ essere adeguata alla progressiva diffusione dei veicoli elettrici”. Fra le infrastrutture su cui il Governo intende puntare ci sono “in primo luogo la rete ferroviaria ad alta velocita’ per passeggeri e merci”, oltre a interventi sulla rete stradale e autostradale con una particolare attenzione per ponti e viadotti.

L’efficienza della PA è “un indicatore fondamentale per valutare le potenzialità di crescita di un Paese”; su questo fronte il processo di innovazione verrà accompagnato “da ulteriori azioni di riforma” che costituiscono “un programma strategico di rafforzamento delle competenze e della capacità amministrativa”. –

Il “completamento della rete nazionale di telecomunicazioni in fibra ottica“, interventi “per lo sviluppo del 5G” ma anche la realizzazione di datacenter e cloud e l’arrivo dell’ “Identità Digitale Unica per cittadini e imprese”. Sono questi alcuni dei capitoli previsti da una delle sei ‘missioni’ – quella relativa a ‘digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo’ – indicate nelle linee guida per il Recovery Plan che il governo ha inviato in Parlamento.

Ricerca e sviluppo

Saranno aumentate le risorse pubbliche dedicate alla ricerca di base e applicata: il governo si ripropone di “accompagnare il Pnrr per incrementare complessivamente la spesa per R&S e ricerca universitaria di almeno 0,2 punti percentuali di Pil nel prossimo quinquennio”. Fra gli altri punti cardine anche “favorire l’accesso degli studenti diplomati a corsi di laurea in discipline Stem, inclusa l’informatica” e l’istituzione di “crediti d’imposta per gli investimenti innovativi e verdi”.

Fisco e lavoro

Il governo metterà in campo anche una riforma del sistema fiscale e delle regole del lavoro. Con l’obiettivo di un fisco “equo, semplice e trasparente” il primo passo sarà una “riforma complessiva della tassazione diretta e indiretta”. Altro punto qualificante il sostegno alle famiglie e alla genitorialita’. Il governo inoltre intende “disattivare anche tutti gli aumenti di Iva e accise previsti dalle clausole di salvaguardia”. Sul fronte del lavoro, invece, oltre alla riduzione del costo “attraverso la riduzione del cuneo fiscale”, l’esecutivo punta su un “rafforzamento della contrattazione collettiva nazionale” e anche sull’introduzione “del salario minimo legale”, che garantirà nei settori a basso tasso di sindacalizzazione “un livello di reddito collegato ad uno standard minimo.

Riforma della Giustizia

Il Pnrr ha l’obiettivo di dare all’Italia un ordinamento giuridico più moderno e attraente attraverso tre cardini: la riduzione della durata dei processi civili e penali, la revisione del codice civile e la riforma del diritto societario. Su quest’ultimo tema gli intenti sono “uniformare la governance societaria agli standard Ue” e “la riforma della disciplina della crisi d’impresa”.

Capitolo Salute

Migliorare la qualità ricettiva degli ospedali, compresi i letti in terapia intensiva, investire nella digitalizzazione dell’assistenza medica, promuovendo la diffusione del fascicolo sanitario elettronico e la telemedicina, rafforzare la prossimità delle strutture del Ssn, sostenere la ricerca medica, immunologica e farmaceutica. Sono gli obiettivi della missione Salute indicati nelle linee guida sul Pnrr inviate dal governo al Parlamento. “Uno specifico investimento – si legge – sarà prontamente avviato sulla cronicità e le cure a domicilio per superare le attuali carenze del sistema delle Rsa”.

I criteri per i progetti

L’esecutivo ha indicato anche i criteri – positivi e negativi. Fra quest’ultimi spiccano “i progetti ‘storici’ che hanno noti problemi di attuazione di difficile soluzione”, mentre è un fattore ben visto “la rapida attuabilità/cantierabilita'” e la monitorabilità di progetti con effetti positivi rapidi su numerosi beneficiari.

Le risorse

La “Recovery and resilience facility” metterà a disposizione dell’Italia 191,4 miliardi, che saliranno a 208,6 miliardi grazie ad altri fondi europei. Per quanto riguarda la Rff “il 70% dell’importo totale dovrà consistere in progetti da presentare al più tardi nel 2022” con le risorse relative che “dovranno essere impegnate entro quell’anno”. Il Governo intende utilizzare la parte di sovvenzioni “per conseguire un incremento netto di pari entita’ degli investimenti pubblici nel periodo 2021-2026”. Al piano Pnrr si affiancherà “una programmazione di bilancio volta a riequilibrare la finanza pubblica nel medio termine” dopo la forte espansioni del deficit prevista per quest’anno in conseguenza della pandemia.

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