IL CASO

TikTok, spunta un piano B: società ex novo in cui far confluire gli asset

ByteDance deterrebbe la quota di maggioranza e Oracle uno share minoritario. Ma la cinese non conferma e si limita a “negoziati in corso”. Trump sul piede di guerra: “Firmo solo se garantita al 100% la sicurezza nazionale”

Pubblicato il 17 Set 2020

tiktok

Resta incerto il futuro assetto della società di TikTok negli Stati Uniti, dopo che la video app cinese ha rifiutato l’acquisizione degli asset americani da parte di Microsoft e non ha ancora dato un sì definitivo ad Oracle. Al momento ByteDance, proprietaria di TikTok, ha reso noto che l’accordo con Oracle non è stato firmato e deve essere approvato dalle autorità di Stati Uniti e Cina. Il gruppo tecnologico cinese ha confermato comunque di non avere intenzione di cedere i suoi software.

“Stiamo discutendo un piano di cooperazione con alcuni gruppi americani per soddisfare le preoccupazioni del governo degli Stati Uniti sulla sicurezza dei dati degli utenti”, ha reso noto ByteDance, secondo la nota diffusa ai media cinesi.

C’è tuttavia un’altra ipotesi sul tavolo, secondo il Financial Times. ByteDance potrebbe trasferire le attività globali di TikTok in una newco con sede negli Stati Uniti in cui Oracle investirà come azionista di minoranza. Oracle avrebbe dunque una quota nella TikTok globale, non nella TikTok Usa, mentre ByteDance sarà l’azionista di maggioranza della nuova società. Anche altri investitori Usa, come Walmart, potrebbero avere una quota di minoranza. In un’intervista con Cnbc, il segretario al Tesoro Steven Mnuchin ha affermato che ByteDance si è impegnata a creare “TikTok Global nella forma di azienda con sede negli Usa”. 

L’escamotage di ByteDance non piace a Trump

In questo modo ByteDance creerebbe una distanza “di sicurezza” tra la proprietà cinese e le attività di TikTok, ma eviterebbe la piena vendita della app e dei suoi preziosi algoritmi.

Insoddisfatto per ora il presidente americano Donald Trump, che ha imposto a TikTok, accusata  di rappresentare un rischio per cybersicurezza e la privacy dei cittadini americani, di cedere gli asset Usa a un partner tecnologico a stelle e strisce entro il 20 settembre, pena la messa al bando il 29 settembre. La data ultima imposta da Trump per firmare l’accordo di cessione è il 12 novembre.

Ora il presidente si è dichiarato scontento della mancata vendita totale degli asset americani di TikTok ad Oracle. Secondo il piano presentato dal colosso It al Tesoro americano Oracle sarebbe il “partner tecnologico di fiducia” di TikTok in territorio Usa con una partecipazione di minoranza nella società cinese. A Trump non basta: firmerà solo un accordo che garantisca al  100% la sicurezza statunitense, riporta il Wall Street Journal.

Il nodo del trasferimento tecnologico

Trump ha emesso il 6 agosto l’ordine esecutivo con cui ha bandito le transazioni commerciali fra società statunitensi e ByteDance. Il 14 agosto il presidente americano ha dato a ByteDance l’ultimatum: vendere entro 90 giorni. TikTok ha presentato ricorso: “Per assicurare che la legge non venga elusa e che la nostra società e i nostri utenti siano trattati in modo equo, non abbiamo altra scelta che impugnare l’ordine esecutivo attraverso il sistema giudiziario”, ha dichiarato la società in una nota ufficiale. Anche i tempi del verdetto sul ricorso allungano la conclusione dell’affaire TikTok.

Nelle settimane successive all’ordine di vendita di Trump Pechino ha reagito rivedendo le norme per l’export inasprendo i controlli sul trasferimento tecnologico. In particolare, alla normativa sono stati aggiunti due articoli, uno sulla “tecnologia di servizi push di informazioni personalizzate basate sull’analisi dei dati”, l’altro sulla “tecnologia di intelligenza artificiale e interfaccia interattiva. Ciò blocca di fatto la cessione degli algoritmi di recommendation di ByteDance.

Elezioni Usa cruciali per il futuro di TikTok

Secondo il Wall Street Journal ByteDance vorrebbe prendere tempo sul caso TikTok, aspettando novembre e la chiusura delle elezioni americane prima di decidere sulla compravendita. Dal punto di vista formale aiuterebbe il fatto che il bisogno di ottenere la doppia autorizzazione da parte di pubblici ufficiali cinesi e americani dilaterebbe i tempi a sufficienza per riuscire a superare la data delle presidenziali Usa.

La preoccupazione del governo americano è ufficialmente quella che TikTok, oltre a fare il suo mestiere di social dei video virali per i giovani, possa in realtà passare informazioni al governo di Pechino. Negli Usa TikTok ha circa 100 milioni di utenti ma ha dichiarato di non avere intenzione di spiare e tantomeno di condividere alcun dato con il governo comunista della Cina. Altre analisi riportano invece l’ipotesi che Trump abbia voluto evitare la possibile influenza del social cinese, da lui non controllato, nelle prossime elezioni presidenziali americane.

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