Le tensioni geopolitiche tra Washington e Pechino sono motivo di preoccupazione per il produttore di chip tedesco Infineon, che si sta preparando ad affrontare una maggiore concorrenza nel settore dei semiconduttori in Cina. A dirlo è stato lo stesso Ceo Reinhard Ploss, intervistato da Cnbc. Infineon, che possiede uffici a Shanghai, Shenzhen, Pechino e Wuxi, è una delle società di riferimento a livello mondiale nell’ambito dei semiconduttori ed è uno dei principali attori nel mercato dei chip dedicati al settore automobilistico, a quello dell’alimentazione e a quello della sicurezza. Ad aprile, l’azienda ha completato l’acquisizione da 9 miliardi di euro della società di semiconduttori americana Cypress e il mese scorso ha registrato una perdita netta di 128 milioni di euro per il terzo trimestre fiscale.
Gli effetti della disputa tecnologica tra Usa e Cina
“La tensione geopolitica tra le due superpotenze è una grande preoccupazione perché pensiamo che non dovremmo concentrarci sui paesi, dovremmo concentrarci sui bisogni della nostra società globale”, ha detto Ploss alla Cnbc durante il Summit di Singapore, che quest’anno si è tenuto online a causa della pandemia di coronavirus. “La disputa tecnologica in corso è sicuramente una preoccupazione per diversi motivi, ma siamo in grado di affrontarla”, ha aggiunto. Ploss ha naturalmente fatto riferimento al caso di Huawei: come ormai tutti sanno, gli Stati Uniti hanno inserito la società in una black list che essenzialmente limita la capacità del produttore cinese di apparecchiature per telecomunicazioni di ricevere beni specifici fabbricati negli Stati Uniti. I funzionari hanno spinto altri governi in tutto il mondo a porre restrizioni su Huawei, sostenendo che la compagnia fornirà dati al governo cinese per lo spionaggio. Huawei ha sempre rispedito le accuse al mittente.
La strategia di Infineon oltre il mercato cinese
I semiconduttori svolgono un ruolo fondamentale per lo sviluppo delle tecnologie di frontiera, a partire da 5G, intelligenza artificiale e IoT. La maggior parte dei chip che la Cina utilizza oggi sono importati, il che la rende dipendente da fornitori stranieri per semiconduttori avanzati. Per ridurre tale dipendenza, la Cina ha intensificato gli sforzi per sviluppare la sua industria dei semiconduttori autoctona investendo in società locali e alcuni esperti hanno affermato che la volontà di Pechino di spendere più degli Stati Uniti potrebbe darle un vantaggio.
“I semiconduttori sono sempre stati un elemento chiave per la Cina, un importante elemento di importazione, e la strategia per diventare autonomi in questo settore è sempre stata presente ed è seguita in modo molto rigoroso”, ha detto Ploss, aggiungendo che l’attuale disputa Usa-Cina ha accelerato i piani di Pechino per sviluppare il settore domestico “in modo molto significativo. Crediamo che l’acquisizione di Cypress ci aiuterà a far crescere con successo la nostra attività in Cina. D’altra parte ci siamo sempre aspettati una maggiore concorrenza in quel mercato e ci siamo preparati per questo”, ha aggiunto. Ploss ha infine precisato che gli investimenti di Infineon, l’impronta produttiva e i centri di ricerca e sviluppo si trovano in luoghi in cui l’azienda vede alti livelli di fiducia nel trattamento della proprietà intellettuale, disponibilità di talenti e un ambiente sociale stabile. “I principali asset relativi alla proprietà intellettuale si trovano in paesi come Germania, Austria e altri mercati all’interno dei quali possiamo fidarci al 100% che vengano trattati come ci aspettiamo”.