Il governo italiano non “cede” a Pompeo. In visita nel nostro Paese, il Segretario di Stato Usa ha incontrato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: sul tavolo il tema del 5G. A tal proposito Pompeo ha invitato l’Italia a “considerare in modo attento la propria sicurezza nazionale e la riservatezza dei dati dei propri cittadini al momento di sottoscrivere accordi con imprese che appartengono allo Stato di sorveglianza cinese”:
Secondo il segretario di Stato, infatti, la Cina “sfrutta la sua presenza economica in Italia per perseguire i suoi obiettivi strategici e non per sviluppare partenariati sinceri a beneficio reciproco”.
In risposta alle preoccupazioni degli Usa, il ministro degli Esteri ha ricordato che l’Italia si è già dotata di norme in grado di assicurare la totale sicurezza delle reti.
“Siamo pienamente consci dell’importanza di assicurare la sicurezza delle reti 5G; aspetto, questo, che costituisce un’assoluta priorità – ha evidenziato Di Maio – La nostra normativa potenzia le capacità di monitoraggio della rete di infrastrutture del 5G, mentre ogni intesa e contratto in tale ambito è sottoposto allo scrutinio del gruppo di coordinamento Golden Power, istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri”.
“L’Italia è legata agli Stati Uniti, all’Unione Europea e all’Alleanza atlantica – ha concluso – con i quali condivide i grandi valori delle democrazie occidentali. E pur essendo un Paese dinamico e aperto a nuove opportunità di investimenti e sviluppo, questo non può avvenire “al di fuori dei nostri valori euroatlantici”.
La reazione delle opposizioni
“L’allarme lanciato dal segretario di Stato americano Pompeo sulle mire strategiche che il regime cinese ha sull’Italia è un’implicita presa di distanze dalla politica estera del governo italiano, che con l’adesione alla Via della Seta rischia di consegnare alcuni asset cruciali in mano cinese – avverte la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini – Anche sul 5G ci sono state troppe oscillazioni, troppe ambiguità, e non bastano certo le rassicurazioni tardive del ministro Di Maio a poter rassicurare i nostri alleati della Nato. Noi denunciamo da tempo la pericolosa deriva di un’Italia colonia di Pechino nel Mediterraneo”.
“La posizione di Pompeo sulle Tlc ci vede favorevoli ma chiediamo, comunque, il rispetto della sovranità e delle decisioni dell’Italia – dice il responsabile Innovazione di Fdi e deputato, Federico Mollicone – Al netto delle responsabilità del management italiano e, comunque, garantendo i posti di lavoro, riteniamo che lo sviluppo delle reti 5G senza partner cinesi ‘aggressivi’ e connessi direttamente allo Stato cinese possa essere un percorso possibile”.