“La Raccomandazione europea sulle Nga contraddice i principi
fondamentali del quadro regolatorio comunitario secondo cui i
singoli regolatori nazionali devono procedere all’analisi
puntuale dei mercati di riferimento per verificare l’esistenza di
situazioni di monopolio e solo successivamente imporre rimedi per
rimuovere gli ostacoli alla competizione. Non si può dunque
stabilire a priori se e quando si configurano situazioni di
monopolio così come invece fa il documento proposto dalla
Commissione Ue”.
L’Erg (il Gruppo dei Regolatori europei che rappresenta le
Authority nazionali) non ci sta a veder “scavalcati” i propri
poteri e con un documento ricco di “emendamenti” (scarica qui il testo integrale)
spara ad alzo zero contro la Raccomandazione sulle Nga (scarica qui il testo) a
firma di Viviane Reding sottoposta a consultazione pubblica a
partire dal 12 giugno e fino al 24 luglio.
Per cominciare, sostiene l’Erg, è auspicabile “la completa
rimozione dell’Annex 3”, la parte del documento che mette nero
su bianco le circostanze in base alle quali cade il concetto di
incumbent. Non basta che più operatori si mettano insieme e
realizzino reti multi-fibre – sostiene l’Erg – per scardinare
il concetto di monopolio. Prima di arrivare a conclusioni è
necessario – puntualizza il Gruppo dei regolatori – effettuare
un’analisi delle caratteristiche economiche del mercato e
verificare quindi concetti quali la market share, il livello di
controllo dell’infrastruttura, l’eventuale superiorità
tecnologica, il potere di acquisto, l’accesso a risorse
finanziarie, la diversificazione di prodotti e servizi, le economie
di scala, l’integrazione verticale, la rete di vendita.
Fra l’altro l’Erg ritiene difficile stabilire a priori quanto
spazio resti sulle reti multi-fibra per l’eventuale
“ingresso” di altri operatori.
Quattro le questioni su cui l’Erg chiede alla Commissione di fare
chiarezza: esatta definizione dei concetti di multi-fibra, segmento
di terminazione e co-locazione virtuale nonché esatto ruolo del
Metropolitan point of presence. “L’Europa dovrebbe provvedere a
identificare quali sono i rimedi nel caso di verifichino situazioni
di monopolio – si legge nel documento inviato dall’Erg alla
Commissione -. È necessario assicurare un contesto legislativo
chiaro se si vogliono davvero stimolare gli investimenti nelle
nuove reti. Le Authority nazionali devono avere tutti gli strumenti
per dare agli operatori risposte certe sul contesto di riferimento.
Risposte che non contraddicano i Trattati europei già
precedentemente approvati”.
L’Erg punta il dito contro le discrepanze rilevate fra le
indicazioni del Framework, secondo cui è necessario garantire il
principio della competizione e porre rimedio a eventuali monopoli
attraverso politiche tariffarie adeguate, e i principi enunciati
nella Raccomandazione che regola le Nga. “La Raccomandazione,
nella sua forma attuale, entrerebbe fra l’altro in conflitto con
le normative nazionali sulle Tlc”, puntualizza l’Erg. Dunque
non è possibile prescindere dalle specifiche situazioni
nazionali.
Per stimolare gli investimenti secondo l’Erg non è decisivo
stimolare un ragionevole rientro economico: “La fibra in sé non
presuppone un elevato rischio, considerato che in alcuni casi si
tratta di upgrade dei network esistenti”. E inoltre “il
concetto di rischio è intrinseco all’investimento”.
“Piuttosto il rischio vero è dato dall’incertezza
regolatoria”. Difficile stabilire a priori questioni quali lo
sviluppo della domanda, il progresso tecnologico, l’Arpu, le
dinamiche di mercato. “Questi fattori assumono diverso valore a
seconda del Paese”. Ragion per cui si rende ulteriormente
necessario dare alle Authority nazionali il “potere” di
decidere sul da farsi in base alle specifiche circostanze.