LA DECISONE

Qanon, Facebook blocca tutti gli account. Troppe fake news

Escalation del social nella guerra alla disinformazione. Via alla rimozione, anche da Instagram, delle pagine relative ai gruppi “complottisti”. Saranno classificati come “movimenti militarizzati”

Pubblicato il 07 Ott 2020

qanon

Via da Facebook i complottisti di Qanon. Anche se il contenuto del post non è violento. Dopo l’approccio “soft” adottato in agosto, la piattaforma social alza il tiro contro la disinformazione e mette al bando da Facebook e Instagram gli aderenti alla teoria del complotto di estrema destra secondo cui esisterebbe un deep-state pedofilo che trama in segreto contro il presidente Usa Donald Trump.

Alla base della nuova decisione le fake news targate Qanon sugli incendi nella West Coast (provocati secondo i complottisti dalla sinistra) e sulla “falsa diagnosi” di Covid di Trump. Fra l’altro, il Presidente Usa non ha mai mosso critiche al gruppo, ma anzi lo ha elogiato come “patriottico”.

“Movimenti militarizzati”

Meccanismo che consentirà il giro di vite la nuova classificazione dei gruppi complottisti, da parte del social, come “movimenti social militarizzati”.

A partire da oggi rimuoveremo pagine e gruppi che parlano a nome di Qanon. Anche se i contenuti non sono violenti”, fa sapere l’azienda in un post. Nn saranno però vietati post su Qanon sui profili personali degli utenti.

Ma la strada è lunga, fa sapere la società che stima un lavoro di rimozione che occuperà le prossime settimane. “Pur avendo alzato la guardia sull’applicazione delle nostre politiche anti-fake news abbiamo riscontrato diversi problemi che hanno portato all’aggiornamento di oggi. Ad esempio, anche se abbiamo rimosso i contenuti Qanon che celebrano e supportano la violenza, abbiamo visto altri contenuti Qanon legati a declinazioni diverse ma ugualmente dannose”.

Le fake news sugli incendi in California

Facebook si riferisce in particolare alle recenti affermazioni di Qanon secondo cui gli incendi della costa occidentale sono stati provocati da gruppi di sinistra “che hanno distolto l’attenzione dei funzionari locali dalla lotta agli incendi”.

A differenza di altre piattaforme sociali come Twitter che hanno adottato misure più proattive per prevenire la diffusione di QAnon, Facebook ha costantemente affrontato la rapida crescita del movimento di cospirazione in più fasi. Una strategia che ha scatenato più di un’accusa contro la piattaforma di “favorire” i fenomeni di disinformazione e altri effetti collaterali potenzialmente pericolosi.

Il nuovo step intensifica dunque la politica avviata ad agosto che pur vietando post a un terzo dei gruppi QAnon non ha centrato gli obiettivi. Ora non saranno più solo gli utenti a segnalare casi di “contenuti Qanon” ma lo stesso staff di Facebook, che tratterà gli affiliati come corpi militarizzati, cercando ed eliminando gruppi e pagine.

Al primo ban di agosto gli aderenti hanno reagito integrandosi in altri gruppi, come quelli che si occupano di bambini, sicurezza e critiche alle restrizioni dovute al coronavirus. “La messaggistica di Qanon cambia molto rapidamente – dicono dallo staff -: reti di sostenitori passano da un tipo di messaggio all’altro”. I recenti post di Qanon hanno diffuso false informazioni sul Covid-19 sostenendo che il presidente Trump ha falsificato la diagnosi per poter orchestrare arresti segreti dei “nemici”.

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